
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 24 Maggio 2023
Da Sondrio a Forlì a spalare: «Un dovere»
La storia Monica Simoncini, 20 anni, tra i volontari in Emilia: «Aiuto i miei compagni dell’università». «Situazione disastrosa, hanno perso tutto. Non riuscivamo nemmeno a trovare un paio di stivali di gomma»
Con i piedi che affondano nel fango e le mani sempre in movimento per fare del bene a chi, nella tragedia, ha perso tutto. L’alluvione che negli ultimi giorni ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna è riuscita, però, ad attivare un’incredibile catena di soccorsi. Sono infatti tantissimi i giovani scesi in strada per cercare di alleviare le sofferenze a quanti hanno, tristemente, la casa invasa dall’acqua.
Raccolta viveri
A sostegno della popolazione del posto, a Forlì c’è anche un volto sondriese. Monica Simoncini, 21 anni da compiere tra poche settimane, dopo il diploma di maturità classica conseguito nel 2021 al liceo “Piazzi”, è partita alla volta della cittadina romagnola per compiere gli studi universitari in Diplomatic and international sciences nella costola locale dell’Alma Mater di Bologna.
Ora, da alcuni giorni, assieme a diversi coetanei, Monica sta facendo il possibile per aiutare i suoi nuovi concittadini a rialzarsi. Un gesto di grande generosità nei confronti della realtà che, due anni or sono, l’ha accolta a braccia aperte, come solo i Romagnoli sanno fare. «Non avrei mai potuto sottrarmi a una situazione del genere», ci racconta in un momento di pausa dalla spalatura.
«In fondo, non sto facendo nulla di eroico, se non cercare di aiutare – per quanto mi è possibile – qualche persona in un contesto a dir poco disperato».
È ammirevole il gesto che sta compiendo Monica, peraltro in un periodo “caldo” per gli universitari, caratterizzato dallo studio per l’imminente sessione estiva. «Non importa: alla fine cos’è mai un esame rispetto a questa situazione?», si domanda, dimostrando una sensibilità non comune. «Vedendo anche miei compagni di corso in difficoltà, ho cercato di attivarmi fin da subito con alcune amiche. E non è stato facile all’inizio, visto che in tutta Forlì non siamo riuscite a trovare un paio di stivali di gomma».
Nel frattempo, comunque, la studentessa non è rimasta con le mani in mano. «In attesa di acquistare le calzature adeguate, siamo andate a fare raccolta alimentare al supermercato. Sabato, poi, trovati gli stivali, ci siamo rimboccate le maniche e abbiamo iniziato a spalare», partendo dai quartieri messi peggio della città.
«Oltre a noi, per fortuna, c’è moltissima gente generosa che si sta dando da fare. Tant’è che, in origine, noi volevamo iscriverci come volontarie sul sito del comune, ma tutti i turni erano già al completo. Allora siamo andate per conto nostro dove sapevamo che c’era bisogno, vicino al fiume Montone», uno dei corsi d’acqua esondati.
Ricordi di una vita
La giovane sondriese, con le sue amiche, da sabato scorso sta passando casa per casa chiedendo se può essere utile in qualche modo. «Abbiamo aiutato alcune famiglie e coppie di anziani a liberare la casa dal fango e a spostare in strada mobili e altri oggetti da mandare al macero». Ricordi di una vita, insomma, da buttare via. «Fa impressione camminare lungo le vie, tra cumuli di detriti e acqua sporca, con i tombini otturati: i piedi restano impantanati, ma soprattutto fa male al cuore vedere certe scene».
A tutti gli effetti, Monica può essere considerata una dei tanti “angeli del fango” – per usare una tipica espressione, in origine coniata per l’alluvione di Firenze del 1966 – che stanno facendo la differenza in questa tragedia a Forlì. «Ripeto, ho soltanto seguito ciò che mi diceva di fare il cuore. Quest’evento resterà di sicuro nella memoria collettiva: se fossi rimasta con le mani in mano, sono certa che in futuro sarebbe stato un rimpianto per me».
© RIPRODUZIONE RISERVATA