
Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 16 Gennaio 2023
Covid, l’infettivologa di Asst: «Le notizie dalla Cina non devono preoccupare. Il Covid c’è ancora, restiamo vigili»
Patrizia Zucchi, infettivologa di Asst Valtellina e del centro coronavirus al Morelli di Sondalo
Proprio quando sembrava cosa superata, ecco che il coronavirus è tornato a bussare alle porte d’Europa, proveniente dalla Cina. E subito l’Italia, e la Lombardia in primis, memore dei tempi andati, ha alzato le proprie barriere protettive temendo l’entrata in circolo di nuove varianti. Pericolo che appare al momento scongiurato, anche se d’obbligo è chiedere a un’esperta qual è Patrizia Zucchi, infettivologa di Asst Valtellina e Alto Lario, per mesi in prima linea al centro Covid Morelli contro l’emergenza pandemica, se vi possano essere ritorni di Covid tali da doverci impensierire.
Dottoressa, fino al 31 gennaio restano i controlli anti Covid sui voli diretti provenienti dalla Cina e, le notizie che arrivano da questo paese, sono niente affatto rassicuranti. File di persone in attesa di cure nei Pronto soccorso. È un qualcosa che ci deve preoccupare?
Che i conti col Covid non fossero ancora chiusi lo sapevamo già, questo è pacifico, perché dal punto di vista evolutivo il virus Sars-cov-2 è giovanissimo. Un neonato che ancora non sa cosa farà da grande e che ha tempi di evoluzione lenti, perché parliamo di decine, centinaia di anni. Però non dobbiamo farci impressionare dalle notizie che arrivano dalla Cina, primo perché vanno prese con le pinze, in quanto le fonti, cioè le autorità da cui provengono, non sono sempre trasparenti, secondo perché parliamo di un paese immenso, ma fatto di aree urbane sovrappopolate dove la concentrazione di persone e, quindi, di potenziale contagio, è elevata. Soprattutto parliamo di un paese che sta uscendo adesso da un lunghissimo lockdown. Con tutte le conseguenze del caso.
Per noi, quindi, che ci siamo lasciati i lockdown alle spalle da molto tempo, i pericoli di ricadute sono inferiori?
Noi abbiamo una gestione diversa. Le misure restrittive collettive sono state proprie del periodo emergenziale, ma ora non sono all’orizzonte. È vero che rispetto al mese scorso c’è stato un aumento dei ricoveri per Covid anche al Morelli di Sondalo, dove ora abbiamo 24 persone in cura. Però si tratta sempre di numeri contenuti e gestibili, rispetto a certi picchi degli anni scorsi. A dover essere ricoverate sono soprattutto persone anziane e fragili, trapiantate o immunodepresse, sulle quali il Covid impatta di più.
Si muore ancora di Covid?
Sì, molto meno rispetto a un tempo, ma si muore. Muoiono soprattutto le persone più fragili, quelle che sviluppano quadri significativi di complessità dal punto di vista clinico. Per salvaguardare loro, queste categorie fragili, vale assolutamente la pena di vaccinarsi, anche con quarta o con quinta dose a seconda dei casi, tenendo presente che i vaccini di ultima generazione coprono sia dalle forme virali primitive, cioè dal primo ceppo di Covid, sia dalle varianti più recenti e più diffuse, le Omicron. Teniamo presente che l’unica cosa che può fare la differenza rispetto al coronavirus, arginandolo, è il modo in cui la popolazione reagisce acquisendo un’immunità. Anche se non completa, magari imparziale o imperfetta, ma pur sempre di immunità si tratta. Chi non sviluppa un’immunità ne risente di più.
Questo vale anche se la mutazione virale è continua e nuove varianti sono all’orizzonte? Ce ne sono anche da noi, di nuove varianti?
Il virus, come ho detto, è giovanissimo e perciò continua a svilupparsi ed a mutare. Fa il suo corso, diciamo così, un po’ come fanno tutti gli esseri viventi, animali e vegetali. Adesso sembra che stia prendendo piede una nuova variante particolarmente diffusiva, qual è la Kraken. Non si ha ancora notizia della sua presenza da noi, ma è una mutazione attentamente monitorata, come tutte quelle del coronavirus, nei laboratori lombardi e nazionali deputati alla ricerca del genotipo del virus. Diciamo che il Covid è attentamente monitorato a livello nazionale e non solo, proprio per comprenderne il decorso e cercare di capire cosa dobbiamo attenderci. E al momento, al netto del palesarsi della variante Kraken, comunque attentamente monitorata, non sta accadendo niente che non fosse parzialmente atteso.
Per questo le misure di contenimento sono state allentate?
Sì, anche perché oggi siamo molto più attrezzati dei primordi contro il coronavirus, perché abbiamo i vaccini, numerosi antivirali, i farmaci monoclonali, i farmaci monomodulanti e abbiamo anche acquisito grandi capacità sulle necessità di ventilazione. Abbiamo anche, e non è poco, sempre più informazioni sugli effetti del Covid su tutto l’organismo, non solo sull’apparato respiratorio, perché abbiamo capito, ormai, che incide anche sul sistema nervoso centrale e periferico. Quindi alla luce di tutto ciò,e soprattutto in ragione del fatto che non abbiamo più come in passato ospedali zeppi di pazienti Covid, che da noi si traducevano in cinque piani del Morelli occupati da questi malati, un certo allentamento della pressione è possibile. Anche se la vigilanza dal punto di vista epidemiologico, deve continuare. Perché il Covid, comunque, non è ancora un fatto che ci siamo lasciati alle spalle.
Elisabetta Del Curto
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