Convento in vendita
Lo sta trattando
un’azienda vinicola

San Lorenzo Lo storico complesso è chiuso dal 2009 potrebbe passare nelle mani di Mamete Prevostini Le suore confermano: «Speriamo vada in porto»

Non soltanto la vigna, che viene lavorata dal 2005 e che dà già il nome a uno dei rossi di casa, tutta la proprietà di San Lorenzo, il complesso storico che domina da sant’Anna tutta la piana sondriese, potrebbe passare nelle mani dell’imprenditore vinicolo Mamete Prevostini.

L’atto di acquisto ancora non c’è, la trattativa è avviata, ma anche particolarmente delicata e per questo le bocche all’interno di una delle più importanti aziende vinicole del territorio, un po’ per scaramanzia un po’ per le oggettive incertezze legate all’operazione immobiliare, restano cucite. L’unica cosa che trapela è che si tratta di un sogno che Mamete accarezza da anni, probabilmente da quando si occupa della vigna.

Indiscrezioni

Le voci che da giorni si rincorrono in città sulla possibile imminente vendita dell’antico palazzo che fino al 2009 ha ospitato le suore della congregazione di Santa Croce di Menzingen, ora trasferitesi nella casa provinciale di via Cesare Battisti a Sondrio, hanno però trovato conferma diretta da parte delle proprietarie.

«Il convento venduto? Una mezza verità – risponde a domanda diretta la superiora provinciale, suor Agnese Ambrosetti - che potrebbe però diventare del tutto vera prossimamente. La trattativa con Mamete Prevostini è avviata, ma siamo ad un punto tale per cui potrebbe anche concludersi senza successo. Noi speriamo che la cosa possa andare in porto, ma l’edificio è particolare, ci sono tante incognite».

Tra queste sicuramente i vincoli cui la struttura è sottoposta - nessuna possibilità di toccare alcunché se non per un restauro - e, in ultima analisi, il diritto di prelazione che il ministero della Cultura può esercitare, ma solo al momento della notifica dell’atto di acquisto. «Stiamo aspettando di capire come andrà» conclude speranzosa suor Agnese.

In municipio

Della trattativa, «in corso da tempo» come dicono, sono ben informati anche a palazzo Pretorio sul cui territorio comunale ricade la proprietà messa in vendita più di dieci anni fa. Quando fu posto sul mercato la stima del valore del complesso si aggirava intorno ai 4 milioni di euro. Erano altri e tempi e un altro mercato visto che ora le voci, chiaramente tutte ufficiose e di cui nessuno vuol dire nulla, parlano di una somma decisamente più bassa.

La destinazione d’uso del complesso è attualmente indicata nel Pgt come “tessuto di antica formazione” dopo che nel 2012, a tre anni dall’addio del convento da parte delle suore, la proprietà chiese al Comune la modifica dalla precedente dicitura “servizi religiosi”.

Contestualmente fu avviata la procedura di verifica dell’interesse culturale, quella secondo cui gli edifici storici e monumentali potranno essere solo restaurati per evitarne il degrado, anche se non più adibiti a finalità religiose.

Nel passato

Non è la prima volta che si ricorrono voci sulla vendita dell’ex convento, ma mai le indiscrezioni erano arrivate ad indicare trattative così avanti e per di più con acquirenti locali. In passato ci sono stati approcci, ma soprattutto tante chiacchiere. Si era parlato dell’interesse di una Banca svizzera o della possibilità di creare al suo interno una beauty farm, cosa che i vincoli renderebbero quantomeno complicata.

Il complesso si sviluppa su una superficie complessiva di 7.500 metri quadri con 21mila metri quadri di terreno circostante, prevalentemente coltivato a vigna. Quella vigna che coltivata da Mamete Prevostini si trasforma nel suo Valtellina superiore, San Lorenzo.

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