Circolare della Regione: «Stop alle moschee senza permesso»

Il documento consente ai Comuni di chiarire i dubbi che riguardano l’applicazione della Legge sui nuovi luoghi di culto.

L’obiettivo dichiarato dall’assessore regionale all’Urbanistica Viviana Beccalossi è quello di rendere più sicuri i cittadini facendo chiarezza sulle norme.

Ma cosa cambia di fatto? Secondo la nuova circolare i Centri culturali nati dopo la legge regionale approvata nel 2015, se prevedono nel loro statuto finalità religiose o, di fatto, svolgono regolarmente funzioni di luogo di preghiera, sono da equipararsi a tutti gli effetti a luoghi di culto. Per quelli già esistenti prima dell’entrata in vigore della stessa norma regionale - è il caso del Centro culturale islamico di via Tremogge a Sondrio - , invece, la possibilità di svolgere attività legate al culto è vincolata alla destinazione d’uso dell’edificio che ne ospita la sede che può essere concessa soltanto previa modifica del Piano di governo del territorio (Pgt) per inserire l’area nel piano delle attrezzature religiose.

«In pratica - spiega Beccalossi - i sindaci hanno il potere di intervenire su quei centri culturali islamici che, di fatto, usano capannoni, magazzini, negozi e anche appartamenti per svolgere funzione di luogo di preghiera».

Una possibilità, dunque, che potrebbe riaprire una vecchia ferita mai rimarginata in città dove, dopo proteste e ricorsi legali vari, nel 2013, su spinta di un sedicente comitato di quartiere, ci furono accese polemiche - approdate con la Lega Nord anche in consiglio comunale - per l’utilizzo come centro culturale islamico dei locali dell’ex palestra di via Tremogge la cui destinazione d’uso non è quella di attrezzatura religiosa.

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