Case di riposo
L’emergenza si vede
anche dai numeri

A ieri per la Regione 859 casi, 709 per l’Ats che non conta i contagi nelle Rsa.

Sale di 10 unità rispetto al dato riferito dall’assessorato al Welfare di Regione Lombardia e di 11 rispetto a quello fornito dall’Ats della Montagna la diffusione del contagio in provincia di Sondrio. Regione Lombardia censiva ieri 859 positivi, mentre Ats della Montagna, dato che abbiamo sempre preso a riferimento su queste colonne, anche perchè declinato capillarmente, paese per paese, ne censiva 709.

La discrepanza è di 150 casi di positività che, come confermato dalla stessa Ats, corrispondono a quella rilevata negli ospiti delle ventun case di riposo della nostra provincia. Certo, 150 appaiono tanti, ancor più se, come ipotizziamo, si riferiscano solo a persone tutt’ora in vita, dal momento che, sugli ospiti deceduti in precedenza, almeno fino a martedì della scorsa settimana, il tampone non veniva effettuato.

Pur prendendo con le pinze il dato, in assenza di maggiori certezze, e raffrontandolo con il totale dei posti letto in capo alle case di riposo, pari a 1.665 in provincia, si comprende quanto il virus si sia insinuato nelle pieghe di un servizio socio sanitario e assistenziale fino a inizio marzo, considerato, un fiore all’occhiello della nostra offerta.

Come tutto ciò sia potuto accadere, non è di facile spiegazione. Forse tanta attenzione all’emergenza ospedaliera, senz’altro reale, ha distolto troppe energie e attenzioni al comparto territoriale. Strutture lasciate sole e, forse, non sempre capaci di quella trasparenza che, probabilmente, avrebbe anche potuto aiutarle.

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