
( foto Selva)
Stupore e proteste Sedici camion al giorno dal cantiere di Colonno a Tirano Gritti: «Intanto le imprese locali non sanno come smaltire i propri scarti»
Venticinquemila metri cubi di materiale, intanto, tra quelli stoccati per tre mesi a seguito degli alti valori di idrocarburi e quelli ancora da estrarre, trasportati dal lago di Como a Tirano. Ovvero sedici viaggi giornalieri di altrettanti camion pieni del materiale di risulta del cantiere della Tremezzina che sarà utilizzato come sottofondo per la tangenziale di Tirano.
Il tutto mentre le imprese valtellinesi non sanno più come “smaltire” gli inerti derivanti dai tanti cantieri aperti (per quelli della bretella tiranese si parla di mandarli in direzione Val Pola) e quando l’incontro promesso da Anas per affrontare la delicata situazione ancora non si vede. La decisione di trasportare gli inerti dal Lario alla provincia, senza interpellare nessuno, fa insorgere Confartigianato Sondrio, che da anni chiede che siano messe in campo soluzioni concrete per il riutilizzo dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione recuperati in provincia nell’ambito dei lavori pubblici senza ottenere alcuna risposta.
L’ultimo sollecito risale all’inizio di febbraio quando l’associazione sondriese, firmò insieme ad Ance Lecco-Sondrio, una lettera-appello inviata alla Provincia, alle cinque Comunità montane, ai 77 Comuni, al Bim dell’Adda, ad Anas ed Rfi e, per conoscenza alla Prefettura, all’assessorato e alla direzione generale Ambiente e Clima della Regione Lombardia chiedendo un intervento urgente.
«I gestori degli impianti di recupero dei rifiuti inerti della provincia - scrivevano - ci segnalano che presto si troveranno nella situazione di non poter più accettare conferimenti dai cantieri pubblici e privati del territorio. Lamentano infatti che, a fronte di un flusso di rifiuti in ingresso particolarmente significativo favorito dalla ripartenza degli investimenti nell’edilizia e nelle infrastrutture, mancano adeguate occasioni di utilizzo degli aggregati che questi stessi impianti producono a seguito delle operazioni di recupero». Per tutta risposta Anas sceglie la via del trasporto in Valle dei detriti del cantiere della Tremezzina.
«Con tutto il materiale che non riusciamo a smaltire in Valtellina, ora dobbiamo assistere alla processione quotidiana di questi camion che portano detriti che nessuno vuole - dice Gionni Gritti, presidente dell’associazione di categoria -, direi che non c’è molta logica. Questa cosa ci preoccupa e molto. E direi che siamo dispiaciuti, per usare un eufemismo, per il comportamento tenuto da Anas che ha certamente deciso secondo le proprie facoltà, ma che non ha coinvolto in alcun modo il territorio e che soprattutto non ha ancora tenuto fede alla promessa concordata in occasione della presentazione del progetto del Trippi della fine dello scorso anno di organizzare un incontro sulla questione».
Ora che questa processione, che Anas annuncia «prevalentemente nelle ore notturne», è divenuta di dominio pubblico Confartigianato si attende una presa di posizione del territorio: del sistema economico, ma anche di quello politico e istituzionale.
«Anche perché - dice Gritti - adesso si parla di 25mila metri cubi di materiale, ma per quanto ne sappiamo potrebbero diventare anche 100mila o 500mila. Materiali ricchi di idrocarburi e arsenico che attraverseranno la valle, rischiando di appesantire anche un sistema viario già fragile. Credo che il territorio dovrebbe porsi delle domande e farsi sentire».
Una presa di posizione che Gritti si attende anche dalla Provincia «il cui presidente - dice - si è dimostrato molto sensibile sulla questione del riutilizzo del materiale riciclato».
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