Bugie per prendere il “reddito”, condannata a dieci mesi

Sentenza Ha falsamente dichiarato di vivere qui da dieci anni e ha percepito indebitamente ottomila euro, l’erogazione verrà sospesa

Ha ricevuto ottomila euro di reddito di cittadinanza che non le spettava poiché, contrariamente a quanto dichiarato nella domanda per ricevere il sussidio, non aveva vissuto in pianta stabile in Italia negli ultimi dieci anni. Una bugia che è costata cara a una 66enne originaria della Repubblica dominicana, che ieri ha patteggiato una condanna a dieci mesi e venti giorni di reclusione.

Il processo

La donna è finita a processo per aver violato l’articolo 7 del decreto numero 4 del 2019, quello con cui è stato istituito il reddito di cittadinanza.

L’articolo 7, in particolare, prevede che, «salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’articolo 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni».

In particolare, stando al capo di imputazione, la 66enne, emigrata in Italia quando aveva 34 anni, nel 1989, aveva dichiarato nella domanda per ottenere il sussidio di risiedere in Italia da più di 10 anni e in maniera continuativa da almeno due. Stando agli accertamenti effettuati a seguito della domanda, però, è emerso che così non era. La donna, infatti, nel dicembre del 2013 era stata cancellata dai registri anagrafici per irreperibilità.

Non viveva in Italia, e non c’è tornata, sempre stando al capo di imputazione e alle verifiche effettuate, almeno fino al 2017. Forse in quei tre anni e mezzo, o almeno nell’ultimo periodo, si trovava in Spagna, perché proprio da lì, in particolare da Barcellona, nel marzo del 2017 si è iscritta all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) di Teglio.

Sospensione condizionale

Una bugia, o quantomeno una ricostruzione non veritiera, che le ha permesso di ricevere in totale ottomila euro ma le è costata l’accusa per un reato penale.

La 66enne domenicana ha deciso di patteggiare, potendo così ottenere lo sconto di un terzo sulla pena finale, decisa in dieci mesi e venti giorni di reclusione con la sospensione condizionale.

E ora la cancelleria del Tribunale di Sondrio invierà all’Inps la documentazione necessaria per la sospensione del reddito di cittadinanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA