Baby Gang, caso al Riesame
«Riconosciuto per errore»

Il punto Chiesta la scarcerazione del rapper che è accusato di due rapine Secondo la difesa può aver influito la sua esposizione mediatica sui social

Baby Gang torna a proclamarsi innocente.

Il rapper, nato e cresciuto a Lecco e formalmente residente a Sondrio, in carcere da venti giorni, con l’accusa di aver effettuato due rapine, lo scorso mese di luglio, fra Milano e Vignate, attraverso il suo legale Niccolò Vecchioni ha presentato ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione.

Lo ha fatto presentando una memoria difensiva che mira a smontare i due elementi che, secondo il pubblico ministero e il giudice per le indagini preliminari, lo collegherebbero all’episodio principale, la rapina effettuata a Vignate, il 12 luglio, insieme a una persona non identificata che aveva una pistola.

Chiesta la scarcerazione

Per Vecchioni la decisione di tenere Baby Gang in carcere come misura cautelare è dovuta a un’analisi probatoria lacunosa e basata su un errore nel riconoscimento.

Ragioni per cui ne ha chiesto la scarcerazione. Richiesta su cui i giudici del Riesame si sono riservati di decidere.

La linea difensiva di Zaccaria Mouhib, vent’anni, questo il vero nome del rapper, è quella dell’erroneo riconoscimento causato dalla sua notevole esposizione mediatica, avendo una pagina Instagram seguita da oltre 600mila follower.

Numeri che secondo il suo legale possono aver inficiato l’attendibilità dei riconoscimenti fotografici effettuati dalle due vittime.

Vecchioni ha sostenuto la loro non attendibilità, dato che in primo luogo avevano indicato una persona, come presunto rapinatore, rivelatasi poi estranea ai fatti in quanto aveva un alibi.

Il legale nella memoria difensiva ha anche spiegato come le due vittime della rapina siano fra i follower di Baby Gang. Inoltre la sua immagine in quel periodo campeggiava sui cartelloni pubblicitari a Milano e quindi potrebbero essersi lasciati suggestionare.

Altro tema contestato è quello dei tabulati telefonici da cui, secondo il difensore, risulterebbe che Mouhib era a Vignate ma solo alle 13.38, ossia sette ore prima del fatto contestato. Il rapper aveva infatti raccontato di essere stato nel paese dell’hinterland milanese a pranzo da un amico ma di essersi poi mosso nel primo pomeriggio verso la Romagna dove aveva in programma due concerti poi saltati a causa dal Covid.

I contratti discografici

Inoltre è stato sottolineato al Riesame come da pochi mesi grazie alla musica, Baby Gang abbia visto “concretizzarsi l’opportunità di risolvere le difficoltà economiche che lo hanno accompagnato per tutta la vita”, visti gli importanti contratti discografici siglati.

Argomentazioni che non erano state ritenute valide dal gip di Milano che aveva ritenuto che «la versione offerta dall’indagato allo stato non appare suffragata da riscontri». Si attende ora il pronunciamento del Riesame.

© RIPRODUZIONE RISERVATA