Auto al Policampus: «Il parcheggio resta a pagamento»

In consiglio Non verrà ripristinata la gratuità della sosta come chiedevano i consiglieri Pd Iannotti e Songini - Mazza: «Numeri in crescita. E tanti utilizzano l’app»

Auto al Policampus: «Il parcheggio resta a pagamento»
Il parcheggio del Policampus: crescono le auto in sosta
(Foto di archvio)

Pagamento dei parcheggi in città, le app piacciono sempre di più. A Sondrio il dato delle transazioni effettuate con il telefono si attesta intorno al 15%, «una percentuale - dice l’assessore comunale alla Mobilità, Carlo Mazza - molto più alta rispetto alle medie nazionali».

La curiosità sull’utilizzo delle applicazioni per il pagamento dei parcheggi a pagamento è emersa venerdì sera dal più ampio confronto in consiglio comunale tra l’assessore e la minoranza, in particolare il gruppo del Pd che ha presentato l’interrogazione in merito, sull’utilizzo del posteggio del Policampus. Un «sotto utilizzo» secondo Michele Iannotti e Roberta Songini che infatti chiedevano all’amministrazione di ripristinare la gratuità degli stalli, tornando sui propri passi, a prima cioè del gennaio 2019 quando, in via sperimentale, palazzo pretorio scelse la via onerosa.

Le agevolazioni

Una richiesta che il Comune non intende accogliere: l’utilizzo del parcheggio è in crescita e dopo agevolazioni tariffarie orarie e sugli abbonamenti non ci sarà alcun ritorno al passato.

«La questione degli spazi per la sosta al del Policampus va vista all’interno del più ampio quadro della mobilità - ha detto Mazza -. Le scelte intraprese fanno parte della strategia messa a punto di concerto con i gestori della sosta e la Polizia municipale per spostare il traffico veicolare dal centro verso l’esterno, mantenendo la funzione di parcheggio di interscambio del parcheggio del Policampus, e contemporaneamente liberare spazi per utenti e residenti nelle zone centrali». Una strategia elaborata sulla base dei dati ricavati dagli studi sulla viabilità e dai parcometri intelligenti che secondo l’amministrazione sta dando buoni risultati grazie anche alla scelta di differenziare le tariffe nelle diverse zone (1,10 euro all’ora in centro, 0,70 nella zona B e 0,50 al Policampus), di introdurre abbonamenti agevolati al Policampus e al park Smersi (da 40 a 20 euro al mese) e aumentando da 80 a 159 gli abbonamenti gratuiti per studenti e lavoratori pendolari, sempre al Policampus. Risultati positivi che i dati del 2021 e del 2022 confermerebbero.

L’assessore Mazza ha infatti ricordato che se nel 2021 gli incassi al Policampus erano di 26.259 euro, nel 2022 sono passati a 44.968 con un aumento del 71%.

Gratis nei weekend

«Risultato ottimo in sé - dice Mazza -, ancor più significativo se rapportato agli altri parcheggi della città, considerando che la tariffa al Policampus è di molto inferiore (il costo massimo è di 2,5 euro al giorno), che è gratis nei week end e che ci sono 159 abbonamenti gratuiti».

Dal 2021 al 2022 il numero dei carnet a favore dei pendolari è aumentato del 6% (da 150 a 159), mentre gli abbonamenti a pagamento sono passati da 159 a 313: +97%.

«Complessivamente ora - ha sottolineato l’assessore - gli abbonamenti del Policampus rappresentano il 16% del totale in città. Dai dati sulle transazioni, poi, emerge un altro aspetto interessante e incoraggiante: quelle con il parcometro sono passate dalle 1.603 del 2021 alle 1.595 del 2022, in diminuzione, mentre quelle con le app sono aumentate del 46%, da 2.112 a 3.076 aumento del 46%. Gradualmente si stanno raggiungendo gli obiettivi prefissati - ha concluso Mazza -: il parcheggio presenta una buona percentuale di occupazione senza che questa ne pregiudichi lo scopo di area di sosta d’interscambio».

«L’assessore non ci ha fornito i tassi di occupazione - ha ribattuto Iannotti -, ma solo dati economici. E attenendoci solo a quelli dobbiamo dire che 100 euro al giorno non paiono sintomatici di un tasso di saturazione elevato considerando il numero dei parcheggi esistenti. Questo conferma che questa area di sosta è poco utilizzata e che c’è da parte del Comune una sorta di ostinazione a non volerne rivedere l’utilizzo. Noi però riporgiamo il nostro invito a tornare alla gratuità».

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