Asst: «Vaccinazioni

ai non sanitari

Fatte secondo legge»

La precisazione dopo le polemiche sulla precedenza alla somministrazione delle dosi

Cresce l’attesa per la vaccinazione anti Covid fra la popolazione e, in contemporanea, cresce anche l’attenzione rispetto alle priorità vaccinali stabilite. E il fatto che, ad averne diritto in prima battuta, oltre a medici ed operatori sanitari, siano anche altre figure, non strettamente sanitarie, che operano, però, all’interno di strutture sanitarie o socio assistenziali protette, o, ancora, in sedi di veri e propri uffici amministrativi, come quelli dell’Ats della Montagna, non sempre è compreso o comprensibile per la popolazione.

Ecco, quindi, montare una polemica, cui ha fatto da spalla la ricerca della Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze) che, giovedì scorso, ha indicato nel 51%, il totale degli aventi diritto alla vaccinazione, in Lombardia, non strettamente sanitari.

Percentuale che ha fatto sobbalzare molti, per quanto, subito dopo ridimensionata da Regione Lombardia che ha riferito essere, il totale dei non sanitari vaccinati, pari al 21,1%.

Percentuale che, in provincia di Sondrio, scende ulteriormente, piazzandosi al 16,4%.

Dato fornito da Asst Valtellina e Alto Lario, alla quale fanno riferimento i due centri hub di stoccaggio di Sondrio e Sondalo dei vaccini fino ad ora arrivati in provincia, i Pfizer. Pari a 9.360 le dosi di vaccino consegnate, di cui 2.300 andate ai soli dipendenti Asst, l’80% del totale.

«Applicando rigidamente le prescrizioni nazionali e regionali sono stati vaccinati - spiegano da Asst medesima - il personale di Asst e Ats, nel suo complesso, i medici di medicina generale, il personale di Areu e delle Croci, compresi i volontari che si occupano di soccorso ed emergenza, il personale e gli ospiti delle Rsa, il personale di supporto che lavora negli ospedali, come gli addetti alle pulizie e i tecnici, e gli studenti delle scuole per addetti sanitari».

«Tra il personale Asst e Ats ci sono anche gli addetti agli sportelli e tutti coloro che si occupano di gestione e lo stesso accade nelle Rsa. Tutte queste persone - concludono da Asst -, pur non essendo operatori sanitari, rientrano a pieno titolo nella prima fase di somministrazione».

Destinata a concludersi, con la somministrazione della dose di richiamo, entro la fine di questa settimana, al massimo all’inizio della prossima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA