Appello di Enalcaccia «Ridate a Del Zoppo il suo amato Bambi»

L’intervento Mitta scrive ai consiglieri provinciali «È una bravissima persona, lui sa come accudirlo Non capisco proprio questa fretta nel portarglielo via»

Anche Enalcaccia Sondrio si batte per il ritorno del cervo Bambi in Val Rosera, in alta Valmalenco, da quello che, per due anni e due mesi, è stato il suo “mammo”, Giovanni Del Zoppo.

E lo fa chiamando in causa, in una sorta di inconsueto abbraccio solidale, anche le associazioni ambientaliste «alle quali faccio appello di condivisione della nostra posizione», ha scritto Cesare Mitta, presidente del sodalizio di cacciatori, nella lettera indirizzata, ieri, ai consiglieri della Provincia di Sondrio, ai consiglieri del Comune di Chiesa in Valmalenco, alle associazioni ambientaliste, appunto, e ai media.

Il tutto mentre, nello stesso giorno, dal profilo Facebook di Barbara Del Zoppo, moglie di Giovanni, faceva capolino l’invito «a chiunque volesse contribuire al ritorno a casa di Bambi - è scritto - a dare il proprio appoggio con una donazione: Iban IT64H0569652120000005634X49 intestato a Del Zoppo Barbara, inserendo nella causale del bonifico la dicitura “donazione per il recinto di Bambi”. Come annunciato, quindi, la famiglia Del Zoppo non intende darsi per vinta e, il suo obiettivo, ora, è quello di dotarsi dello spazio richiesto per poter avere l’autorizzazione a riavere Bambi e a detenere, magari, questa volta legalmente, anche qualche altro cervo “imprintato”, cioè abituato, ormai, con l’uomo, per fargli compagnia. Non sarà una cosa immediata, però, nel giro di pochi mesi, magari, fattibile, anche perché è gara di solidarietà perché ciò avvenga. Mentre lui, Bambi, trasferito lunedì a Dazio, nella sua nuova dimensione, definitiva o temporanea che sia, non sembra stare troppo male.

I titolari dell’allevamento di ungulati sanno rapportarsi, ormai, con questi animali, perché hanno altri cinque cervi in cattività, uno, Artur, da dieci anni, giunto a Dazio ad un anno soltanto, e li trattano benissimo. Ciò non toglie che il tema della relazione affettiva creatasi fra la famiglia Del Zoppo e Bambi sia forte e sia di forte presa sull’opinione pubblica, tanto da spingere anche Cesare Mitta, di Enalcaccia a chiedere ai consiglieri provinciali di adoperarsi «perché l’istituzione che rappresentano - dice - facili il rilascio dell’autorizzazione a Del Zoppo, così come chiedo che il Comune di Chiesa si faccia carico di assumersi l’iniziativa di un coordinamento a difesa della buona causa che affligge un suo concittadino, e non solo».

«Una persona sincera, buona, spontanea, e, quindi, nella più totale buona fede nel soccorrere il piccolo di cervo, del quale si è fatto carico con amore, in Val Rosera, spese e cure comprese».

Bambi, infatti, è bellissimo, fin troppo, per un cervo, perché, ormai, era tenuto come un figlio. E, a Mitta, ad andare di traverso sono stati proprio i tempi del suo prelievo.

«Perché tutta questa fretta - scrive -? Secondo chi ha applicato la normativa, Bambi si sarebbe reso pericoloso nel periodo degli amori, ma questo non cade in agosto, ma a settembre-ottobre inoltrato, per cui in questo lasso di tempo, si sarebbe potuta formalizzare la richiesta di detenzione e realizzare la recinzione. Invece si è preferito infliggere sofferenza ad entrambi». Invero, a Dazio, nonostante si sia a fine agosto e Bambi, di suo sia al momento, del tutto tranquillo, i suoi vicini di casa, Artur, 11 anni, e Merlino, 4, hanno già affilato le “corna” da alcuni giorni, per aggiudicarsi le cerve presenti.
E. Del.

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