
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 01 Giugno 2023
Addio Rigamonti, elegante signore
della bresaola
Lutto Era con un amico al bar, poi si è accasciato. Aveva 92 anni, una leggenda che se ne è andata
Il mondo dell’imprenditoria della provincia di Sondrio, ma non solo: tutta la Valtellina piange la scomparsa di Emilio Rigamonti, “Millino”, stroncato nella tarda mattinata di ieri da un improvviso malore che non gli ha lasciato scampo. Dopo aver incontrato un amico, con il quale ha preso un aperitivo in un bar di piazzale Bertacchi a Sondrio, si è accasciato a terra a pochi passi dalla stazione.
Guidava ancora
Aveva 92 anni, li aveva compiuti un mese fa, il primo maggio. Nessun problema particolare di salute, solo qualche acciacco dovuto all’età, ma era in forma e ancora guidava l’auto, fino a pochi anni fa anche per fare viaggi lunghi e portare l’adorata moglie Eugenia in vacanza al mare.
Classe 1931, ultimo di nove figli, ha lavorato sin da adolescente nell’impresa di famiglia, la rinomata Macelleria Rigamonti di piazza Gualzetti. Grazie all’intuizione e alle capacità imprenditoriali sue e di suo fratello Giovanni la produzione di bresaola diventa industriale. Nel 1950 a Montagna sorge il primo pezzo del piccolo impero Rigamonti. Poi, con la crescita di prestigio e produzione, aveva aperto altri due siti, a Poggiridenti e a Mazzo di Valtellina.
Dal 2011 il Salumificio Rigamonti è completamente passato nelle mani del colosso internazionale Jbs, ma Millino non aveva mai smesso di essere vicino all’azienda.
«Una soddisfazione, per me, sapere che la Rigamonti continuerà a produrre e lo farà in un’ottica mondiale - aveva detto all’indomani della cessione di quello che gli rimaneva delle quote -. Del resto è stata una scelta quasi obbligata per la mia famiglia. I nipoti crescono e hanno preso strade diverse. Sono comunque certo di lasciare questa azienda in buone mani. Mani che sapranno potenziare e valorizzare il lavoro che sin qui ho fatto con l’aiuto della mia famiglia e soprattutto con l’aiuto di tutti dipendenti che sono stati con me in questi anni».
E anche dopo aver lasciato direttamente la gestione con il passaggio di proprietà, Emilio Rigamonti è stato un punto di riferimento per tutto il settore agroalimentare, ricoprendo anche ruoli all’interno dei consorzi di tutela.
Grande sgomento
La morte del patron della Rigamonti, di fatto il “papà della bresaola”, ha scosso profondamente la Valtellina.
«Ricordiamo l’imprenditore Emilio Rigamonti con grande stima e particolare gratitudine, soprattutto per il suo impegno nell’ambito di Confindustria Sondrio della quale è stato presidente - le parole del presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni -. Un’associazione che durante il suo mandato, e non solo, ha contribuito a far crescere e che oggi, a distanza di alcuni anni, è unita con l’omologa territoriale lecchese in Confindustria Lecco e Sondrio. Il suo impegno per la valorizzazione della bresaola e dei prodotti valtellinesi oltre che per lo sviluppo del territorio in senso ampio, nelle attività a sfondo sociale, in quelle culturali fino alle sportive è noto, e anche a noi fa piacere sottolinearlo, accanto alle grandi qualità imprenditoriali ed umane. Ai suoi cari (la moglie Genny, la figlia Simonetta, i nipoti e i parenti tutti, nda.) vogliamo indirizzare le più sentite condoglianze da parte di tutta la nostra associazione».
Anche il presidente del Consorzio di tutela bresaola della Valtellina, Mario Moro, il Consiglio di amministrazione, i soci ed il personale esprimono il loro profondo cordoglio per la scomparsa dell’imprenditore Emilio Rigamonti, fondatore del Consorzio nel 1998 nonché primo presidente, in carica per lungo tempo.
«Ci uniamo al dolore della famiglia e tutto il nostro pensiero va all’uomo e all’imprenditore che era - afferma Moro -. Ci lascia una persona di estremo valore. Fondamentale è stato il suo contributo per il riconoscimento e la valorizzazione del nostro prodotto Igp. La sua passione per il lavoro e per il territorio ci sono di esempio».
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