Addio ad Adama Lo, a Sondrio fu il primo
consigliere di colore

Se ne è andato in silenzio, ucciso da una malattia che ha spento quel sorriso contagioso, quella voglia di vivere e di fare che lo ha accompagnato nelle tante iniziative e attività intraprese in provincia.

Lo conoscevano un po’ tutti a Sondrio. Un saluto, una stretta di mano, un «come va?» che non era solo di routine. Adama Lo se ne è andato in silenzio, ucciso da una malattia che ha spento quel sorriso contagioso, quella voglia di vivere e di fare che lo ha accompagnato nelle tante iniziative e attività intraprese in provincia.

Senegalese di 65 anni, 26 dei quali trascorsi in Valle, cittadino a tutti gli effetti dal 2012, è stato il primo (e unico) consigliere di colore a sedere sui banchi di palazzo pretorio (nel 2013), a sostegno della lista civica di centrodestra “Rilanciamo Sondrio con Fiumanò”.

«Mi impegno ad aiutare tutti quelli che hanno bisogno» aveva assicurato in occasione della campagna elettorale. «Ho intenzione di occuparmi dell’inserimento degli immigrati, tutti, non soltanto quelli che provengono dall’Africa, aiutandoli a capire i propri diritti e i propri doveri - spiegava -. Ma non soltanto: ho anche dei progetti già avviati per una vera e propria attività di cooperazione internazionale che può interessare anche i sondriesi. Ci sono delle opere da realizzare in Paesi che ne hanno bisogno».

Aveva poi ribadito il suo appoggio alle istanze del centrodestra anche in occasione delle elezioni comunali del 2018 che hanno portato all’elezione del sindaco Marco Scaramellini. Interrogato su cosa ne pensasse delle politiche leghiste sul fronte immigrazione, non si era tirato indietro: «Non considero la Lega un partito razzista in quanto non si dichiara contro gli immigrati regolari bensì, come me, intende arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina», aveva spiegato.

Il nome di Adama Lo era iniziato a circolare quando, commerciante ambulante divenuto un punto di riferimento davanti al supermercato Pellicano, l’ex Comprabene di via Bonfadini (chiuso definitivamente da tempo), era stato”sfrattato” dal posteggio davanti all’ingresso. I clienti che facevano la spesa spesso gli affidavano il carrello lasciandogli prendere la moneta inserita per averlo. La sua era una presenza assidua e silenziosa. Mai invadente. Ecco perché quando fu “allontanato” da quel piazzale dove per 16 anni aveva svolto la sua attività, con il suo banchetto improvvisato, la cronaca si occupò del suo caso. Adama Lo raccontava di aver «difeso le cassiere da truffatori che volevano cambiare soldi falsi, fermato un gruppo di romeni e uno di zingari che cercavano di commettere una rapina alle casse. Una volta ho anche caricato sulle spalle e accompagnato a casa una vecchietta che era caduta e che la badante non riusciva a rialzare in piedi». Fu comunque allontanato. Lui spostò la sua mercanzia, ma prima prese carta e penna e scrisse alla direzione generale del supermercato.

Come detto, Adama Lo in Italia era arrivato nel 1993. Dal Senegal fuggì perchè ritenuto tra i responsabili politici del Partito democratico senegalese che allora era all’opposizione. A Sondrio aveva cominciato la sua attività di venditore di prodotti artigianali africani proprio in via Bonfadini. Con gli anni si era guadagnato stima e affetto, rappresentando ben presto un punto di riferimento per i suoi connazionali, attorniato dalla suo numerosa e colorata famiglia.

La Prefettura lo aveva individuato come referente quando la Commissione per l’ordine e la sicurezza pubblica si trovava a occuparsi di temi legati all’immigrazione. Nello stesso periodo Adama Lo era giunto alla guida di “Africa chiama”, un’associazione che si occupa di portare aiuto in Senegal e che conta diversi sostenitori in provincia di Sondrio.

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