Acqua e rifiuti, c’è anche l’inflazione
Tariffe, un altro +7%

Secam La proposta in vista dell’assemblea dei soci, Settore idrico, l’incremento si aggiunge all’8% previsto Gli aumenti necessari per risanare il bilancio societario

Prevede ritocchi all’insù per le bollette dei rifiuti oltre che di quelle dell’acqua (questi già previsti), il nuovo piano industriale predisposto da Secam, la società interamente pubblica che si occupa del sistema idrico integrato e dei rifiuti per i Comuni valtellinesi, per provare a risanare la situazione economico finanziaria traballante in cui si trova, che ha portato alla fine di giugno all’approvazione di un bilancio con il segno meno.

In particolare si prevede l’allineamento delle tariffe ai costi effettivi sostenuti dal gestore con anche un adeguamento all’inflazione e all’aumento dei costi delle materie prime (+7%), una tariffa unica provinciale per i fontanelli dei Comuni, oltre alla richiesta di sostegno agli investimenti da parte della Provincia per rendere più efficiente la società e migliorare i servizi a favore dei cittadini.

Sufficiente

Una manovra necessaria e, sembrerebbe di capire, sufficiente per coprire gli oneri finanziari dovuti ai debiti pregressi sui quali stanno incidendo anche i rincari delle materie prime ed energetiche. Un intervento di cui si era parlato nell’ultima assemblea dei soci e che sarà ora oggetto di un nuovo confronto tra amministratori: domani cominceranno a discuterne le commissioni di Secam, mentre l’assemblea dei soci è stata convocata per fine mese.

Intanto però è sul tavolo il piano industriale 2022-2026, che è un aggiornamento di quello approvato a fine 2019, e che è stato oggetto di analisi di ragionevolezza e sostenibilità da parte di Utiliteam (che collabora con Secam anche per i modelli tariffari). Ed è proprio quella tariffaria una delle leve attraverso cui agisce il business plan.

Le previsioni

Per il settore idrico il percorso intrapreso dalla società è noto e porterà ad un aumento tariffario nei prossimi 2 anni di circa 3,9 milioni di euro, con un più 8% per il 2022 e per il 2023, ai quali va aggiunta l’applicazione dell’inflazione al 7% per il 2022 e a decrescere dal 2023.

Per il settore rifiuti, per il 2022 resta valido il cosiddetto Pef grezzo a cui viene applicato però un correttivo del +7% per linflazione (a decrescere dal 2023): per definire la tariffa di quest’anno è stato adottato il bilancio 2020 che però sottovalutava la crescita dell’inflazione e del costo dell’energia. Secondo i calcoli nel loro complesso, i costi per i servizi crescono infatti del 34% in cinque anni. Quanto alle materie prime, la voce relativa alle spese per il carburante sconta un incremento del 10% previsto per il solo 2022. Sempre per la tariffa dei rifiuti, negli anni successivi al 2022 è previsto un aumento del 6%.

Il piano contempla anche le risorse da attività e servizi che non ricadono sotto il controllo dell’autorità (Arera). In questo caso Secam ha deciso di adottare strategie commerciali per aumentare i ricavi nei confronti dei “privati”, ma anche di rivedere i contratti con i Comuni soci per quanto riguarda i “fontanelli” stradali con l’obiettivo di introdurre una tariffa unica a consumo uguale per tutti.

Il business plan contempla poi la leva finanziaria. A sostegno degli investimenti, data la non bancabilità tecnica della società, almeno fino a quando non ne sarà ripristinato l’equilibrio economico, la società ha ipotizzato un contributo in conto capitale della Provincia in due tranche da 5 milioni di euro l’una: la prima entro la fine del 2022 e la seconda nel corso del 2023. «Questa operazione - si legge nella relazione che accompagna il documento - consentirebbe di non dover comprimere gli investimenti e andrebbe a vantaggio della qualità dei servizi offerti (ad oggi motivo di orgoglio della società e riconosciuta dall’autorità anche con erogazioni economiche sotto forma di premi importanti)».

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