Manager, impiegati o operai
con la crisi cuore a rischio

Le difficoltà economiche hanno riflessi anche sulla salute. In pericolo in particolare il muscolo cardiaco che è il primo organo colpito dalle situazioni di stress e dalla necessità di tagliare le spese

Il cuore degli italiani sta drammaticamente cedendo ai duri colpi della crisi economica: a rischio, soprattutto, i cuori dei manager, del popolo delle partite Iva, degli impiegati.

Perdita del posto di lavoro, cassa integrazione, angoscia della quarta settimana, timore del domani specie per i figli, constatazione amara della fine delle certezze sono tra le principali cause delle preoccupazioni e anche gli italiani entrano nel tunnel della depressione.

Questo volto amaro della crisi, fino ad oggi imprevisto e sottovalutato nel nostro Paese, è stato delineato dai cardiologi riuniti a Roma per il 71° congresso nazionale della società italiana di cardiologia. Paolo Marino, presidente della società italiana di cardiologia, spiega che le cicliche crisi economiche, a partire da quella del 1929 e degli anni `70, "ci hanno insegnato che l`incertezza dell`oggi e la paura del domani aumentano i rischi cardiovascolari. E la realtà di oggi può darcene conferma".

Nel dettaglio, rischiano ripercussioni cardiache tutti i soggetti che sono vittime della crisi, nessuno escluso. In primo luogo i manager: vivono una situazione estremamente stressante e non solo per le sorti della propria azienda, di cui sono proprietari o dirigenti, ma anche per quella dei dipendenti.

E poi, l`esercito delle partite Iva, molto presente specie nel Nord d`Italia: sono persone che improvvisamente vedono venir meno il loro, piccolo o grande, volume di affari. E arriviamo all`operaio o all`impiegato che, non bisogna sottovalutarlo, vive lo stress giorno dopo giorno in famiglia, costretto a stare in casa o a girovagare alla ricerca di un lavoro e a tagliare le spese, specie nei confronti dei figli. Infine, l`anziano pensionato che vive, quasi con terrore, la quotidianità già difficile.

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