Vuole rivedere il suo Tibet:
il Dalai Lama pronto al ritiro

A 76 anni, rivela in tv: «La mia 15a reincarnazione? Non è necessaria, forse in una donna attraente...»

NEW DELHI Si sente «un semipensionato», pensa addirittura di ritirarsi entro pochi mesi, ha nostalgia del Tibet da cui è lontano da 50 anni e che spera di poter visitare prima di morire. Immagina perfino che nel nuovo clima di democrazia instaurato fra i suoi seguaci «non sia necessario un 15° Dalai Lama» o che, se vi fosse, la reincarnazione potrebbe avvenire in una donna, «attraente, però!». È un Dalai Lama che non cessa di sorprendere quello che ha accettato di farsi intervistare in un passaggio a New Delhi dal giornalista indiano Karan Thapar, che lo ha ospitato nel suo programma «L'avvocato del diavolo» della tv Cnn-Ibn.
Naturalmente la notizia più "esplosiva" è quella della possibilità di un suo ritiro. «Credo, sì credo - ha risposto senza esitare - che mi ritirerò entro sei mesi. Non posso essere più preciso perchè ne devo parlare con il Parlamento in esilio, anche se brevemente ho già accennato ai dirigenti del movimento le mie intenzioni». In ciò, ha poi spiegato - non c'è nulla di drammatico, perchè fin dal 2001 il movimento tibetano in esilio ha messo in funzione un meccanismo in base al quale le decisioni più importanti vengono assunte dalla leadership politica. «Anche per questo - ha ancora detto - la mia posizione è già di "quasi pensionato"...». Sulla questione della sua successione il 14° Dalai Lama, Nobel per la Pace 1989, 76 anni, al secolo Tenzin Gyatso, è stato più vago. «Non c'è fretta - ha detto - Potrebbe non essere necessaria una mia reincarnazione in un 15° Dalai Lama. Ma penso che, se io dovessi morire entro pochi anni, è probabile che la maggior parte delle gente, compresi i Mongoli e le popolazioni buddiste dell'Himalaya, vorrebbero mantenere questa istituzione».

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