Intervista inedita a Lucio Battisti
«La politica fuori dal mio mondo»

Su «Panorama» le dichiarazioni del cantante, morto nel 1998: sono un estratto dal libro di Renato Marengo «Lucio Battisti la vera storia dell'intervista esclusiva», che sarà nelle librerie dal 30 novembre

ROMA Una conversazione inedita, nella quale svela la sua natura di artista solitario, diffidente, e smentisce le voci che lo indicavano come finanziatore di gruppi di estrema destra: «Ma di che cosa stiamo parlando? Io non mi interesso assolutamente di politica. È proprio fuori dal mio mondo. Anche volendo non troverei il tempo per comprendere che cosa vogliano la sinistra e la destra». Così parla Lucio Battisti dalle pagine del nuovo numero del settimanale «Panorama».
Le dichiarazioni del cantante, morto nel 1998, sono un estratto dal libro di Renato Marengo «Lucio Battisti la vera storia dell'intervista esclusiva», che sarà nelle librerie dal 30 novembre. Il volume, frutto di cinque giorni di conversazione con l'autore nella storica sala d'incisione chiamata il Mulino, in Brianza, nel 1974, racconta retroscena inediti della star che aveva deciso di uccidere il suo mito. Battisti, che in quel momento è alla vigilia della pubblicazione del disco Anima Latina, dice a Marengo: «Sono giunto quasi a odiarmi per quello che ero diventato, o meglio per quello in cui i mass media mi avevano identificato: il cantante ricco, bello e famoso, amato dal pubblico forse più per il suo bel faccino e i suoi riccetti, per certe furbizie roche della voce, che non per il reale talento musicale, l'unica cosa per la quale ora mi interessa farmi apprezzare».
E, sul difficile rapporto con i giornalisti, Battisti aggiunge: «Quello che non voglio fare è parlare con gente che per professione si impiccia dei fatti privati delle persone, come se avesse una malattia che la costringe a riferire tutto, tutto quello che ascolta o vede o gli si racconta, magari in confidenza».

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