Attenzione alla cugina
della zanzara tigre

E' pericolosa: con l'aumento medio delle temperature si potrebbe stabilizzare tranquillamente in Italia. E non ce ne accorgeremmo perchè è perfettamente identica alla sua "parente"

Si chiama Aedes Egipti, ed è in un certo senso la "cugina" tropicale della zanzara tigre. Veicola la febbre gialla e arriva nei porti. E, purtroppo, complice la prima ondata di caldo, potremmo ritrovarcela in Italia. Finora non è arrivata da noi perchè non riusciva a sopportare il freddo invernale. "Ma ora con l'aumento medio delle temperature e le importazioni si
potrebbe stabilizzare tranquillamente, e non ce ne accorgeremmo,
perchè è perfettamente identica alla zanzara tigre", spiega Roberto Romi, del dipartimento di Malattie infettive parassitarie e immunomediate.
Per ora, dobbiamo accontenarci di convivere con la zanzara tigre, ormai endemica in Italia.
Sono già trascorsi 20 anni da quando la Aedes Albopictus, comunemente nota come zanzara tigre asiatica, fece la sua comparsa e fu individuata in Italia per la prima volta, suscitando allarme perchè potenziale veicolo di numerose infezioni virali, come la dengue. Di dimensioni simili alle zanzare presenti in Italia, ma molto scura e con macchie bianche su corpo e zampe, fu scoperta a Genova. In Italia la zanzara tigre ci è arrivata però dal sud degli Stati Uniti attraverso il commercio di copertoni usati, importati da alcune grandi aziende di rigeneratori di pneumatici presenti soprattutto in Veneto. Da allora si è diffusa rapidamente e non sono mancate epidemie, come quella nel 2007 nel Ravennate.
Proprio l'Emilia Romagna, con la Lombardia e il Veneto, è tra le regioni "preferite" da queste pericolose zanzare: pare che il motivo sia che queste regioni sono a reddito più alto e qui ci sono molte case e ville con
giardino, da sempre ambienti ricchi di focolai per questi insetti. Quanto al monitoraggio, manca un coordinamento attivo centrale nel sistema di raccolta dati: al momento attive in questo senso sono solo Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Toscana, e Umbria.
Se ci può consolare, le forti piogge di questa primavera hanno avuto il merito di spazzare via le uova, ritardando così l'inizio della riproduzione delle zanzare tigre. Il clima più "pericoloso", nel senso di ideale per fare proliferare questi insetti, è quello "misto", dove si alternano mattinate di sole a pomeriggi di pioggia. "Rispetto agli altri anni - chiarisce Romi - quest'anno probabilmente i picchi saranno più ritardati, tra agosto e settembre". E la speranza è che i "cari" insetti non ricevano visite dalle cugine.

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