“Il Sassofonista”, tra note e segreti, un’indagine che svela l’anima oscura di Bari

Partire, cambiare città, cercare una vita tranquilla: quante vie di fuga può escogitare un uomo per scappare dal suo passato ? Il destino, tuttavia, trova sempre uno spiraglio per intrufolarsi nei nostri piani, lasciando come unica scelta di accoglierlo e assecondarlo. Di certo Vito Cianciotta , il protagonista del nuovo romanzo di Riccardo Giorgi , non si sarebbe aspettato di precipitare in un’indagine, del genere, forse più complicata che mai. 

A differenza di quanto si potrebbe supporre, Vito Cianciotta non è un detective : è un giovane ingegnere lucano recentemente trasferitosi a Bari . Prima di allora aveva vissuto a Matera, ma nella Città dei Sassi la sua curiosità lo aveva spinto a saperne di più su un progetto edile di dubbia natura, correndo il rischio di incappare in situazioni molto più che spiacevoli (“I veneratori della preziosa effigie”, 2021). Nel nuovo capitolo della serie, “Il Sassofonista” – pubblicato lo scorso dicembre per il Gruppo Albatros il Filo – il protagonista sceglie di trasferirsi per sfuggire ai malumori e allo scompiglio provocati dalle sue precedenti avventure. Anche in questa circostanza, tuttavia, Vito non ha alcuna intenzione di tenere a freno la sua attrazione per ciò che è proibito e nascosto agli occhi dei più. 

L’elemento che scatena immediatamente la curiosità del protagonista è una musica : da troppo tempo, perso nei suoi pensieri e negli impegni di ogni giorno, Vito non la ascoltava più. Il suono affascinante e ricco di carattere di un sassofono , suonato dall’altra parte della via, gli impone di fermarsi e di scambiare qualche parola proprio con lui, il suonatore che dà il titolo al libro. Quest’uomo è un senza fissa dimora di nome Gigi , con il quale il protagonista si intrattiene in lunghe e interessanti conversazioni che permettono loro di stringere un rapporto quasi amicale. Qualche giorno dopo, però, Gigi scompare improvvisamente , gettando ombre di dubbio sulle circostanze.

La vicenda si infittisce ulteriormente: una serie di omicidi che vedono coinvolti dei senza fissa dimora tengono Vito con il fiato sospeso: e se tra loro ci fosse anche il povero Gigi? Il ritrovamento di un oggetto nella tasca della giacca di una delle vittime lascia proprio supporre che sia così. Il protagonista non si dà per vinto: dovrà venire a capo di questa vicenda, costi quel che costi. 

Mentre Vito si addentra nella ricerca del suo amico, scopre un mondo oscuro, il lato invisibile della città , fatto di disagio e degrado sociale . Una banda senza scrupoli sfrutta la vulnerabilità di chi vive in strada, approfittando della loro debolezza e impotenza per portare a compimento le loro losche trame. 

“Vito Cianciotta è un personaggio che viene da un’esperienza di vita abbastanza turbata” afferma Riccardo Giorgi ai microfoni di Se Scrivendo , il salotto letterario targato CaosFilm “ha il problema di trovarsi sempre in situazioni difficili, a volte ci sono dei momenti in cui c’è persino il rischio che possa perdere la vita ”. Il pericolo, però, è pane per i denti dell’impavido protagonista, che con la sua tenacia e determinazione si immerge in un’indagine intricata, svelando progressivamente gli ingranaggi di una sordida trama che risale a un crimine avvenuto anni prima. Il romanzo si snoda in una sequenza di colpi di scena avvincenti che incalzano il lettore a scovare attentamente ogni indizio, alla scoperta della verità

Lo stile evocativo di Riccardo Giorgi riesce a trasmettere la tensione e l’atmosfera di una Bari più cupa e misteriosa di quanto ci si aspetti, popolata da personaggi ambigui e segreti nascosti. Il suo è un romanzo che va oltre la trama poliziesca classica , proponendosi di far riflettere sulla condizione delle persone emarginate e sulla loro invisibilità nella società. Attraverso le vicende del sassofonista Gigi e degli altri senzatetto coinvolti, emerge una esplicita critica sociale , che invita a guardare oltre le apparenze e a prestare attenzione alle voci soffocate dalla marginalizzazione . Leggiamo la disillusione dell’ingegnere Cianciotta di fronte alla reazione fredda dei cittadini e delle istituzioni di fronte all’accaduto: sono ormai dieci che puntualmente, nel mese di marzo, in una data specifica, vengono ritrovati cadaveri di senzatetto, morti in circostanze misteriose. Sembra essere un macabro rituale al quale non è stata data la giusta rilevanza nelle cronache, non sollevando dunque il giusto clamore. Sta di fatto che l’autore o gli autori di queste azioni criminose non si muovono casualmente, ma stanno seguendo una logica chiara e ben precisa. 

L’obiettivo di Riccardo Giorgi, nel sottolineare il legame tra Vito e Gigi e l’impegno profuso dal primo per ritrovare l’amico scomparso è di mettere in luce il senso di responsabilità individuale e collettiva nel non lasciare indietro i più deboli, nell’unire le forze per creare un ambiente in cui le persone più vulnerabili non siano lasciate alla mercé di chi ha intenzione di sfruttarne la debolezza per i propri affari, risvegliando un senso di comunità del quale abbiamo oggi profondamente bisogno. 

L’amicizia di Vito con il giornalista Edoardo sarà fondamentale per accedere a informazioni di primissima mano su tutti gli sviluppi delle indagini , spingendo l’ingegnere a dialogare con personaggi che potrebbero avere in mano un ulteriore pezzo di verità. Non sempre, però, i suoi interlocutori sono in buona fede: se da una parte riuscirà a mettere insieme diversi pezzi del puzzle, attraverso le testimonianze raccolte, in altre circostanze rischierà di cacciarsi in guai che metteranno a repentaglio la sua stessa vita. 

I misteri e gli interrogativi si moltiplicano, ogni voce ascoltata sembra aggiungere un filo a una matassa già notevolmente ingarbugliata: sono tante le strade che l’autore riesce a tenere aperte, deviando l’attenzione dei suoi lettori per sorprenderli a tempo debito da una direzione inaspettata. Tra analisi del DNA, dichiarazioni scioccanti e scoperte inaspettate, “Il Sassofonista” non perde mai l’occasione di sorprenderci.

Il romanzo di Giorgi si apre a molteplici letture: è evidente tra le sue pagine un forte interesse musicale che si traduce in numerose citazioni disseminate nel testo – lo stesso mestiere di Gigi racconta la sensibilità musicale dell’autore – ma non solo: la narrazione diventa un ottimo pretesto anche per raccontare la bellezza architettonica e storica di Bari , che vive e viene resa familiare anche al lettore che mai ha visitato il capoluogo pugliese. 

Quella che ci catapulta verso il finale è una disillusa corsa contro il tempo , nella quale Vito sembra star perdendo quel barlume di speranza che lo aveva animato sin dalle prime pagine: forse Gigi è davvero morto? La delusione è dietro l’angolo per il nostro protagonista, ma è possibile che non tutto sia perduto . La banda che approfitta delle persone in disagio sociale potrebbe, grazie alle intuizioni dell’ingegnere, trovarsi in un vicolo cieco?

“Il Sassofonista” è un romanzo capace di rompere gli schemi e di offrire emozioni forti ed evocative, affrontando temi sociali scomodi e realizzandone una critica incisiva. La penna coinvolgente di Giorgi si rivela ancora una volta capace di appassionare e fare riflettere: siamo esseri umani in ascolto , ciascuno portatore di una propria affascinante melodia. Sta a noi saperla ascoltare, difendere e perché no, lasciarsi sorprendere. 

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