CRV - Istituito logo ristorazione veneta e settimana della tradizione enogastronomica

CRV - Consiglio veneto istituisce logo ristorazione veneta e settimana della tradizione enogastronomica

(Arv) Venezia 25 ott. 2022  –          Il Consiglio regionale del Veneto promuove la cucina veneta. Con il via libera con 39 sì alla legge per “la valorizzazione della tradizione enogastronomica veneta” l’assemblea legislativa di palazzo Ferro Fini ha istituito il logo “Ristorazione tipica del Veneto” di cui si fregeranno ristoranti, trattorie e agriturismi che propongono i piatti tipici e la qualità della cucina veneta. La promozione delle ricette tipiche della variegata enogastronomia regionale culminerà nella “Settimana della tradizione enogastronomica veneta”. Le opposizioni si sono astenute, dopo aver tentato anche la carta del rinvio in commissione, per segnalare i dubbi su efficacia, chiarezza e applicabilità di una norma ritenuta ‘non prioritaria’ e a rischio di discrezionalità.

La legge approvata prevede che il logo sia concesso agli esercenti che valorizzano la filiera corta e offrono ai consumatori le ricette tipiche della tradizione regionale. A gestirlo sarà un soggetto ‘concessionario’, costituito dalle associazioni maggiormente rappresentative del settore della ristorazione, al quale spetterà disciplinare l’utilizzo e il controllo del logo secondo apposito regolamento. I titolari del logo regionale saranno iscritti ad un registro, che rappresenterà titolo preferenziale nell’accesso ai contributi regionali; gli iscritti a tale registro saranno sottoposti a periodici controlli di qualità e - in caso di mancato rispetto del regolamento - ad eventuali sanzioni, da un minimo di mille ad un massimo di 2 mila euro. Per la promozione del logo e l’organizzazione della settimana della tradizione enogastronomica veneta lo stanziamento messo a bilancio è di 150 mila euro.

“Il Veneto è tra le Regioni con maggiore varietà e ampiezza del patrimonio agroalimentare grazie alla particolare conformazione geografica del territorio e alla sua prestigiosa storia – ha argomentato in aula il relatore  Filippo Rigo , consigliere veronese dell’intergruppo Lega-Liga veneta - La cucina veneta è infatti caratterizzata da una vasta tipologia di piatti tipici di un’area geografica che abbraccia il mare, i laghi, la pianura e la montagna. E la ristorazione è fondamentale come fonte di attrazione turistica: l’offerta enogastronomica rappresenta una primaria motivazione di viaggio e gran parte della spesa dei turisti è destinata alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi. La cultura enogastronomica veneta è poi essenziale per rafforzare il legame tra i prodotti tipici e i territori da cui essi provengono. Condividere tradizioni, esperienze, sapori e profumi consolida la dimensione collettiva e mantiene viva la memoria storica. Arrigo Cipriani – ha concluso Rigo - ci ha insegnato che la vera innovazione è fare bene la propria tradizione”.

Questa legge apre a percorsi di valorizzazione della prossimità, a beneficio delle filiere e delle comunità locali -   ha affermato  Cristina Guarda  (Europa Verde), correlatrice di minoranza. “L’importante è che burocrazia, tempi e disposizioni applicative non facciano cadere nel vuoto questa iniziativa”. Guarda aveva chiesto, senza successo, di coniugare tradizione e innovazione riconoscendo nel registro anche le ricette che non utilizzano prodotti di origine animale, per rispetto delle abitudini alimentari di tutti i cittadini e dell’impatto ambientale dell’alimentazione umana, e di coinvolgere la competente commissione del Consiglio negli indirizzi e nei controlli su principi e criteri del registro.  Ancor più critici gli altri esponenti dell’opposizione.  Jonatan Montanariello  e  Francesca Zottis , esponenti del Pd, hanno puntato il dito sull’esiguità della norma finanziaria (150 mila euro). “Una settimana santa della cucina veneta non è certo sufficiente per offrire un sostegno concreto al settore della ristorazione in questa fase di recessione e di bollette insostenibili – ha affermato Montanariello – Gli stessi ristoratori ci dicono che servirebbero investimenti di ben altro tipo e taglia”. Per Zottis “questa legge, per quanto utile, non è certo una priorità per il mondo della ristorazione e dei servizi turistici”. “E’ un regalo indebito alle associazioni di categoria della ristorazione, che avranno carta bianca nell’assegnazione delle risorse”, ha aggiunto  Vanessa Camani  (Pd). “Non si può pretendere che la Regione abbia le leve per intervenire in una duplice crisi mondiale provocata da pandemia e guerra – ha replicato  Marzio Favero  (Lega-Lv) – Questa legge ha una finalità diversa: riconoscere e tutelare la ristorazione tradizionale, oscurata da nuove abitudini alimentari standardizzate. L’obiettivo è difendere una tradizione enogastronomica che rappresenta parte viva della nostra identità”.

In difesa dello spirito della legge sono intervenuti anche  Giuseppe Pan  (Lega-Lv) ed  Enoch Soranzo  (FdI), che hanno sottolineato il valore culturale e storico della cucina veneta e dei suoi mestieri, patrimonio identitario intergenerazionale da valorizzare e promuovere. Per  Fabiano Barbisan  (gruppo misto) il provvedimento incontra le esigenze di piccole attività ed esercizi che rischiano di sparire, se non adeguatamente conosciuti e valorizzati.

Per  Elena Ostanel  (Vcv) il logo adesivo sarà uno strumento poco utile per valorizzare qualità e sostenibilità e per incrociare preferenze e abitudini dei giovani consumatori, che utilizzano le app e i social. “Mi impegno a monitorare l’applicazione di questa legge – ha dichiarato – La Giunta dovrà riferirci sui criteri adottati e su quali ristoratori si potranno fregiare del logo distintivo”.  Erika Baldin  (M5S) ha definito l’iniziativa legislativa ‘poco coraggiosa, anche se utile’ e ha ottenuto, con alcuni emendamenti, di vigilare su composizione e operato dell’organo di controllo e di mantenere aggiornato l’elenco delle ricette e dei piatti tipici della tradizione enogastronomica veneta.

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