CRV - Ciambetti: “Riconoscere il supplizio patito da Istriani, Dalmati, Fiumani e Quarnerini

(Arv) Venezia 9 feb. 2022  - “Il secolo scorso fu segnato dalle pulizie etniche, ad iniziare da quella Armena per proseguire poi nella tragedia della Shoha assunta a simbolo di ogni Olocausto sino a giungere alle pulizie etniche di cui la tragedia istriano-dalmata che oggi ricordiamo fu vicenda esemplare : ogni vittima pesa nel ricordo di ciascuno di noi, che si pianga o preghi sulle Foibe come ci si fermi, sgomenti, a ripensare ad esempio al Biafra, al Ruanda, fino all’Iraq, la Libia, ai gulag e ai campi di concentramento e ai troppi innocenti che ancora oggi sono vittime di brutali e ingiustificate violenze”. Così Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, ha voluto commemorare: “Il dramma delle foibe, quanti furono assassinati o affogati nell’Adriatico, rapiti e mai più ritornati alle loro famiglie e poi l’Esodo amaro di Istriani, Dalmati, cittadini di Fiume e del Quarnaro. Ricordare e riconoscere il loro dolore è un atto di giustizia. Mentre il resto d’Europa festeggiava la fine della guerra e iniziava a guardare al domani con fiducia, nell’Istria, nella Dalmazia, nel Quarnaro a Fiume come nell’area giuliana per migliaia di nostri concittadini la guerra continuava, anzi, assumeva i contorni del terrore, di una pulizia etnica devastante con una vera e propria caccia all’uomo e un carico di violenze incredibili. Vittime di quel clima – continua Ciambetti – furono cittadini che non s’erano di certo compromessi con il regime fascista o con l’occupante nazista. Non erano di certo legati ai regimi nazi-fascisti i bambini e gli adolescenti assassinati nella strage della Vergarolla, a Pola, strage voluta per intimidire gli italiani rimasti in Istria.: ‘Il riconoscimento del supplizio patito è un atto di giustizia nei confronti di ognuna di quelle vittime, restituisce le loro esistenze alla realtà presente perché le custodisca nella pienezza del loro valore, come individui e come cittadini italiani’ disse il presidente Ciampi nella commemorazione del 2006 e quelle parole sono di straordinaria attualità ancora oggi”

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