Colombi (Uilpa). Come risolvere i problemi che causerà il green pass obbligatorio

Man mano che si avvicina il 15 ottobre, data in cui scatterà l’obbligo di esibire il green pass per accedere al posto di lavoro, incominciano a prendere forma i problemi che tale obbligo comporterà nella vita dei lavoratori e delle amministrazioni. Non entriamo nel merito dei risvolti giuridici e costituzionali sollevati da alcuni esperti della materia. Come sindacato osserviamo che negli uffici pubblici stiamo andando incontro a una situazione densa di incognite sul piano organizzativo. Incognite che la Pubblica Amministrazione non può permettersi per le funzioni sociali che svolge e per l’importanza cruciale della fase che il Paese sta attraversando. Si pensi solo all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Riteniamo pertanto che alle lavoratrici e i lavoratori che per qualunque motivo non potranno esibire il green pass venga comunque garantita la massima accessibilità alle sedi di lavoro facilitando l’esecuzione dei tamponi gratuiti e la fornitura di mascherine sanitarie anche studiando la possibilità di definire in contrattazione decentrata (e con risorse ad hoc) apposite modalità di rimborso o stipulando convenzioni con le strutture sanitarie.

Sarebbe poi opportuno che in fase di conversione del decreto 127 il Parlamento rifletta meglio sulla tipologia e sull’entità delle sanzioni per coloro che non esibiscono il green pass. Parliamo di persone che per lo più percepiscono stipendi medio-bassi, con i quali mantengono sé stesse e le proprie famiglie. C’è il rischio di gettarle nella disperazione come accadrebbe nel caso di un lavoratore che venga privato dello stipendio unico introito di una famiglia in cui, per ironia della sorte, gli altri componenti sono vaccinati e hanno il green pass.

Infine, vanno previste le conseguenze dell’allontanamento dal servizio di un numero imprecisato di dipendenti senza green pass. Quanti sono? Il 5, il 10, il 20 per cento? Che ci risulti non lo sa nessuno. E comunque la percentuale di per sé significa poco.  Bisogna vedere caso per caso, ufficio per ufficio, servizio per servizio. Non giriamoci intorno: nella situazione di grave carenza di personale in cui versa il servizio pubblico in Italia, sarebbe suicida privarsi dell’apporto di chiunque sia in condizioni di dare il proprio contributo. Ci sono uffici nei quali l’assenza prolungata anche di poche unità è insostenibile, specie se si tratta di figure addette a funzioni difficili da sostituire. Tanto più che gli effetti negativi si scaricheranno sull’utenza esterna e sui dipendenti col green pass, a cui toccherà farsi carico anche del lavoro di coloro che sono stati sospesi.   

Mancano ancora due settimane al 15 ottobre e, se c’è la volontà politica, abbiamo il tempo per trovare soluzioni flessibili e intelligenti. In questo momento è indispensabile stimolare al massimo l’efficienza e l’efficacia della Pubblica Amministrazione per il bene del Paese.

Sandro Colombi, Segretario generale UIL Pubblica Amministrazione

Roma, 1° ottobre 2021

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