Ciambetti: “Rai indecorosa: all’una di notte manda in onda nell’anniversario battaglia Nikolaevka"

(Arv) Venezia 26 gen. 2024 -   "Trovo scandaloso il comportamento della Rai che, cin occasione della ‘Giornata della memoria e del sacrificio degli alpini’' il 26 gennaio, ha scelto come fascia oraria l’una di notte per trasmettere il film 'La seconda via' di Alessandro Garilli, 'prima opera cinematografica sugli alpini nella ritirata di Russia, premiata lo scorso dicembre all’Asti International Film Festival'. Una scelta scellerata, che sembra non tener in alcun conto la tragedia vissuta dai nostri soldati, dalle famiglie che invano attesero il rientro in Italia di mariti, genitori, figli rimasti per sempre in Russia". Dura reazione di  Roberto Ciambetti , Presidente del Consiglio regionale del Veneto, alla decisione della Rai di trasmettere "in notturna, in un orario in cui la stragrande maggioranza dei cittadini difficilmente guarda le trasmissioni televisive, l'omaggio al sacrificio degli Alpini nell'81 anniversario della battaglia di Nikolaevka – ha detto Ciambetti -   Nel corso della mattina sempre in Rai si è fatto qualche veloce accenno a questa giornata e ai tragici fatti del 1943, ma resta il fatto che il comportamento dell’emittente pubblica, pagata con i soldi della comunità e il cui palinsesto spesso disorienta per povertà culturale, è vergognoso. Si ha quasi l’impressione di uno sberleffo, di certo si è persa una grande occasione per riflettere oggi su Nikolaevka, quella città che, come ricorda Mario Rigoni Stern tornato sul campo di battaglia, non si trova nelle mappe russe odierne.  Ritornato ad Asiago, tornato a baita, dopo il pellegrinaggio che il Sergente nelle Neve volle fare sul Don nei luoghi del calvario degli alpini Mario Rigoni Stern scrisse: ‘Ecco, sono ritornato a casa ancora una volta; ma ora so che laggiù, quello tra il Donetz e il Don, è diventato il posto più tranquillo del mondo. C’è una grande pace, un grande silenzio, un’infinita dolcezza’ Viene un groppo alla gola pensando che oggi in quei luoghi il ‘grande silenzio’ è rotto dal fragore delle armi del conflitto in Ucraina e all’infinita dolcezza s’è sostituita in molti di noi, non solo Penne Nere, una tragica amarezza. La storia non ha insegnato niente, vien da pensare, anche perché, se ha qualcosa di insegnare soprattutto ai più giovani, ci sono degli insegnanti, lautamente pagati a Roma, che mandano in onda la lezione su cui riflettere all’una di notte”.

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