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Domenica 16 Aprile 2023
La transizione green tra politica ed etica
Occorre riflettere su chi paga davvero i costi della conversione verso un’economia verde: servono investimenti, ma anche materie prime al momento estratte solo in Asia e in Africa

La pandemia prima e la guerra in Ucraina ora, stanno mettendo a dura prova il processo di transizione ecologica e digitale che dovrebbe condurre l’Europa nel 2030 a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 e nel 2050 a non generarne più grazie ad una economia a “impatto zero”.
Obiettivi ambiziosissimi che, tuttavia, non tengono in conto il contesto di crisi attuale. Per questo motivo il 15 marzo scorso, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, da un lato ha voluto rimarcare come gli impegni assunti con il “Green Deal”, messo al centro della sua agenda politica, non saranno modificati: «Le nostre priorità politiche - il “Green Deal” europeo, la digitalizzazione e la resilienza geopolitica - rimangono invariate» ma ha poi aggiunto che queste «hanno dimostrato di essere le priorità giuste, ma vogliamo renderle meno costose da realizzare, soprattutto per le nostre piccole e medie imprese».
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