Basket: sani e salvi
Il ricordo di una svolta

Un anno dopo riviviamo con i protagonisti una giornata fondamentale nella storia della Pallacanestro Cantù «Alle 17 ci eravamo mandati al diavolo con Gerasimenko, alle 18.30 l’ok del russo alla cessione di club e palazzo»

«Alle 17 di quel benedetto 18 febbraio di un anno fa, al telefono nell’ufficio del notaio Manfredi ero sbottato nei confronti di Dmitry comunicandogli non solo che non c’erano più margini per proseguire la trattativa ma che non l’avrei mai più voluto sentire. Mi aveva fatto passare notti intere in collegamento skype, facendomi perdere solo del gran tempo. Come quella volta che mi aveva risposto di essere fuori con il cane e che mi avrebbe dato retta di lì a un quarto d’ora. Quattro ore più tardi, invece, ancora nulla. E un paio di volte c’eravamo già mandati a quel paese. Stava facendo un “gioco” che non aveva nulla di lineare. E ogni volta era come ripartire da capo.Nell’ennesima circostanza in cui mi sono sentito preso in giro, ho detto basta. Erano, appunto, le 17 del 18 febbraio 2019».

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