Alle ore 18 arriva
l’angoscia quotidiana

Sono note, queste, scritte nella tarda – vabbè: tardissima – mattinata. Fossero nate dalla penna nel pomeriggio inoltrato, sarebbero state diverse. Le avremmo trovate di tono più grave, se non gravissimo, perché le nostre giornate hanno un punto di svolta annunciato, implacabile, che riporta l’umore collettivo sotto la linea di galleggiamento. Nelle altre ore, ci sforziamo di farci animo, di sollevare lo spirito, colorarlo d’ottimismo, irrobustirlo con la speranza e scaldarlo con l’ottimismo. Purtroppo, quell’appuntamento ormai fisso rende inutile tanta parte delle nostre volenterose fatiche. Anche oggi alle ore 18, o poco dopo, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli leggerà il suo bollettino: tanti contagi da coronavirus, tanti morti, tanti guariti, tanti in terapia intensiva.

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