Morti in corsia, Cazzaniga si difende
«Io non uccidevo: evitavo sofferenze»

L’ex viceprimario del Pronto soccorso di Saronno ha letto in udienza una lettera: «La mia priorità non era essere simpatico»

Ha citato Bertrand Russell mostrando la propria dimensione più umana.

Ha ribadito la propria innocenza, facendo tuttavia “mea culpa” rispetto agli atteggiamenti di superiorità tenuti a Saronno verso il personale ospedaliero.

È il contenuto della lettera di Leonardo Cazzaniga , l’ex vice primario del pronto soccorso di Saronno, accusato di 15 omicidi volontari per i quali la Procura ha chiesto la condanna all’ergastolo, letta da lui stesso in tribunale lunedì pomeriggio.

«Come Bertrand Russell anche nel mio caso tre passioni semplici, ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la sete d’amore, la ricerca della conoscenza e una struggente compassione per le sofferenze dell’umanità. Questo è l’uomo che oggi vi parla e che voi oggi siete chiamati a giudicare. Durante questi ormai tre anni di processo più e più volte sono stato dipinto come uomo e come medico arrogante e pieno di sé, uso a maltrattare e offendere chi mi stava a fianco e con me collaborava al pronto soccorso di Saronno».

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