Teglio: no all’allargamento della statale a Tresenda

Un chilometro di opera olimpica dell’Anas che il Comune e i privati interessati respingono. Il sindaco: «Non sono state accettate alternative»

Fatto eccetto per il giorno dell’insediamento delle nuove amministrazioni, raramente la sala del consiglio si riempie di cittadini. È successo, invece, a Teglio martedì sera quando è stato convocato in via straordinaria e urgente il consiglio per un unico punto all’ordine del giorno: la presa d’atto e la conferma del parere negativo espresso dal Comune di Teglio sul progetto definitivo dei lavori di allargamento in tratti saltuari della strada statale n. 38 dello Stelvio dal km 18+200 al km 68+300” nell’ambito dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026 e richiesta urgente in autotutela.

Un tema delicato che ha sollevato la contrarietà sia del Comune sia dei cittadini che abitano sul tratto di strada interessato – in località Palazzetta, a Boalzo – dove Anas vorrebbe allargare la statale 38, eliminare gli accessi diretti alla stessa da parte delle abitazioni private e convogliarli in una nuova strada da costruire parallela alla ss.38.

«Ho convocato un consiglio d’urgenza, perché intendo rafforzare il parere contrario espresso dall’amministrazione comunale con una delibera di consiglio comunale da portare alla conferenza dei servizi», ha detto il sindaco Ivan Filippini, che ha ricordato come il Comune si sia espresso negativamente in merito al progetto definitivo sia il 12 luglio 2023 sia, ancora, il 5 aprile 2024. Anas, però, ha continuato imperterrita e ha comunicato la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera trasmettendo gli atti relativi al piano di esproprio consultabili ancora per poco all’albo comunale.

Il no del Comune è stato accompagnato da proposte alternative, rigettate da Anas. «Abbiamo avanzato alternative più volte sia per iscritto sia oralmente negli incontri – ha spiegato il vicesindaco, Alessandro Negri -. Abbiamo chiesto di dirottare i fondi per costruire una rotonda, sempre a Tresenda e sempre sulla ss.38, allo svincolo per la statale 39 del passo di Aprica. Proposta tecnicamente fattibile, ma pare che non si possono girare i fondi per altro. La seconda è quella di sostituire l’intervento in oggetto con una viabilità ciclopedonale di fianco alla strada statale; opera negata perché non ridurrebbe il rischio degli accessi. Pertanto l’unica via è confermare il parere negativo e chiedere che i soldi vengano spesi per altri interventi nel pacchetto Olimpiadi».

Il capogruppo di minoranza, Laura Branchi, ha annunciato il voto favorevole dello schieramento – per cui la delibera è passata all’unanimità -, ma si è detta «rammaricata», per come l’amministrazione ha gestito la questione.

«Il vostro intervento mi è parso poco incisivo, con lettere all’acqua di rose – ha detto -. Faccio i complimenti, invece, ai cittadini e ai proprietari di terreni interessati dall’esproprio che hanno presentato una lettera precisa e dettagliata. Hanno interloquito con il consigliere Andrea Vir e Gianpiero Reghenzani i quali hanno interessato l’assessore regionale Massimo Sertori che ha maggiori possibilità di noi di intervenire con Anas. Non vogliamo strumentalizzare la vicenda, ma solo che si ottenga un risultato per tutti». Vir ha accusato l’amministrazione di essersi mossa «in modo superficiale», «in ritardo» e «mancando di comunicazione».

Inoltre la «causa» del fatto che il procedimento si sia avviato è il fatto, secondo l’opposizione, che nel 2021, l’allora sindaco Elio Moretti, in una lettera ad Anas, non si era opposto al progetto, «anzi aveva quasi dato parere favorevole». Negri ha difeso l’operato dell’attuale amministrazione che, già dopo le elezioni, ha incontrato i proprietari e fatto tutti i passaggi illustrati.

I cittadini si sono mossi, intanto, con una lettera inviata ad Anas. «Siamo contrari all’opera per diversi motivi, fra cui per una questione di vivibilità – ha affermato, al termine della seduta, Maurizio Franceschini, uno dei cittadini coinvolti -. Ci verrebbero ridotti di parecchio gli accessi a varie abitazioni. Non vediamo l’utilità di sprecare soldi pubblici per creare un’opera di allargamento di un km di strada. Mi permetto di dire che, forse, sarebbe stato meglio creare un marciapiede».

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