Verdura, frutta
latte e farina
Costa tutto di più

Rincari dall’1 all’ 8% . Alcol introvabile. Adiconsum: «Mancano i prodotti e i prezzi si alzano»

Covid 19, se il virus pandemico con l’arrivo del caldo appare meno insidioso specie nei sintomi più estremi, l’economia delle famiglie non cessa di essere colpita.

Il lockdown ha impedito ai più di svolgere mansioni e lavori, ci si rimette ora in movimento spesso con carenze nei presidi e dispositivi di protezione personale. E dalla spesa si torna con la borsa meno piena di quanto non si vorrebbe, con più prodotti scadenti e con il portamonete vuoto. È l’effetto recessivo che cala come un maglio sulle istanze di consumo.

La spesa costa di più. L’Istat segna in questi giorni aumenti dei prezzi per i generi alimentari e per la cura e igiene di persona e casa da +1 a +2,6%. La frutta e la verdura scontano rispettivamente flessioni che raggiungono il +8,4% la prima, +5% la seconda. Aumentano le farine, in Valle la marca maggiormente venduta di 00, si trova oggi sui bancali della grande distribuzione a 1,20 euro, ma cresce anche il costo del latte uht, in misura variabile. In un contesto che vede comunque su questi primi mesi 2020 aumentare il consumo dei beni alimentari, per un +2,0% in valore e +1,9% in volume. A colpire è la crescita complessiva di costo delle gamme dei prodotti, chi sceglie tra gli esercenti al dettaglio di non alzare i prezzi, si ritrova con un ricarico spesso insufficiente. Dalle associazioni di rappresentanza dei consumatori si cerca di delineare uno scenario nel quale le carenze ci sono. E costano, a tutti.

Lo precisa il presidente provinciale della Adiconsum Cisl Mauro Rovaris. «Che gli aumenti ci siano – chiarisce – credo che nessuno lo possa negare. Lo si percepisce immediatamente avendo in mano il carrello della spesa. Aumentano – prosegue – soprattutto i generi di prima necessità. In provincia penso che ci siano ritocchi ai prezzi ormai ogni settimana. Si trovano aumenti su frutta e verdura, per non parlare delle famose mascherine che in Valle, e fuor di ogni polemica, in questi mesi non sono mai arrivate. Né quelle chirurgiche “base” a 0,50 più iva e che proteggono gli altri da noi, né quelle più elaborate». Le stesse farmacie sondriesi hanno confessato di essersele fatte confezionare da sarte. A doppio strato, telo. Rovaris prova a guardare ampio per interpretare certe impennate dei prezzi.

«Io – dice – nel nostro contesto, di speculazione non voglio parlare. Non credo ci siano speculazioni sui generi alimentari, c’è troppo poco margine. Credo – prosegue – che questi sobbalzi siano proprio dovuti a problemi di carenza. C’è poco prodotto e i prezzi si alzano. Siamo un Paese che dipende per molte forniture dall’estero. Essendoci trovati in una bufera sanitaria e sociale non ci si è fatti trovare pronti su forniture e ordini».

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