Vanoni, quando l’etica si fa economia

Paolo Del Debbio ha presentato al Teatro Sociale di Sondrio il suo libro sullo statista morbegnese. «Spero che il pensiero di un montanaro così lungimirante e così attuale, rappresenti sempre un faro per tutti».

Forse è per questo che ci sono banche che sopravvivono ad altre nel tempo: seguire sempre la rotta della propria etica personale volta al servizio della gente. È quanto ci insegna il pensiero dell’uomo, del giurista, dello statista morbegnese Ezio Vanoni, di cui ci lascia un affresco meraviglioso nel suo libro “L’etica fiscale ed economica di Ezio Vanoni” Paolo Del Debbio, filosofo della vita spicciola a contatto con gli umori della gente, personaggio televisivo di spicco con la trasmissione “Dritto e Rovescio” su Rete 4 di cui è conduttore, giornalista pubblicista e docente universitario di rango allo Iulm di Milano. Del Debbio, dinanzi a una platea soprattutto di studenti delle superiori che hanno affollato il Teatro Sociale, ha svelato con arte e perizia, ma soprattutto con chiarezza disarmante, i retroscena della politica economica italiana vista dalla lente particolare del pensiero dell’ideatore della dichiarazione dei redditi.

Vanoni nel momento drammatico e delicato dell’ultimo dopoguerra seppe sapientemente amministrare la ricostruzione di un Paese devastato senza aumentare le tasse, anzi diminuendo quelle del ceto medio. E per di più innalzando il gettito fiscale senza far impennare il debito pubblico. Diavolo d’un montanaro tenace e attento ai bisogni della gente, che sin da bambino si era portato dentro i dogmi di un’educazione paterna nel corso delle sue lunghe peregrinazioni in Val Masino.

Forse per questo Del Debbio si è innamorato di una figura sconvolgente ed esaltante come Vanoni, che fuori dai giochi di palazzo seppe seguire la stella polare di un’etica che aveva sempre focalizzato la sua strategia economica nazionale.

L’incontro targato Banca Popolare di Sondrio e Arca Fondi Sgr, con la collaborazione dell’Ufficio scolastico territoriale, è stato presentato con brio e autorevolezza da Andrea Cabrini, direttore di Class Cnbc. A fare gli onori di casa il presidente della Bps, Francesco Venosta, che si è soffermato sul titolo della pubblicazione di Del Debbio che getta un ponte imprescindibile tra etica ed economia. Al vice direttore generale di Arca Fondi, Simone Bini Smaghi, è toccato il compito di porre l’attenzione su «un libro interessante, ma non facile, in cui si vede la passione del filosofo che traccia il senso di un’etica come valore determinante per i giovani soprattutto nel mondo d’oggi».

È salito poi in cattedra Del Debbio, con il consueto calore empatico delle sue trasmissioni televisive, tracciando le linee essenziali della «migliore riforma fiscale del ‘48» che accomuna Vanoni a Saraceno e Paronetto tra i padri fondatori della nostra Costituzione. Poi ha spiegato le vele per l’arduo viaggio nel mondo fiscale affrontando il tema cruciale delle tasse non come semplice imposizione statale, ma per far fronte ai bisogni del popolo, la “spesa pubblica”, ancorata però sempre a un criterio di equità graduata alla propria capacità contributiva che richiede grande attenzione.

«Spero che il pensiero di un montanaro così lungimirante e così attuale che non si è mai fermato, sia sempre un faro per tutti»: la conclusione appassionata di Del Debbio, che ha poi risposto a una raffica di domande giunte dalla platea affrontando temi come il quoziente familiare, il federalismo fiscale, gli investimenti in infrastrutture, le nuove piattaforme digitali e la “fatturazione elettronica, che hanno messo in luce ancora una volta la caratura politica di Vanoni. Saggio compendio finale da parte Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale della Bps, vicino al mondo degli studenti a cui si è rivolto a cuore aperto: «Raccogliete il seme e l’attualità del pensiero di Vanoni - ha detto -, la sua capacità di contestualizzare quel che si deve fare per il bene comune. Ai giovani d’oggi si parla di etica, di ecologia, ma occorre dare loro l’esempio con il nostro comportamento, perché solo con la lealtà con sé e con gli altri è possibile avere il giusto rispetto».

Valori fondamentali da suggere sin dalla primissima infanzia come fece, d’altro canto, il piccolo Ezio durante quelle quattro ore di cammino quotidiano in compagnia del padre verso la Val Masino e ritorno.

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