Siccità ora si teme anche per i boschi. Rischio incendi, vietati fuochi e botti

Civo L’ordinanza del Comune che si trova a fare i conti con corsi d’acqua sempre più asciutti . Nelle scorse settimane è stato bloccato il funzionamento della centralina idroelettrica

Vietato accendere fuochi, bruciare sterpaglie e lanciare botti a Civo.

Lo impone il sindaco Barbara Marchetti vista la grave congiuntura climatica che si sta attraversando e il conseguente rischio concreto di incendi sul territorio. Le premesse partono dall’ordinanza di Regione Lombardia che ha dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale le condizioni di deficit idrico generalizzato.

La crisi idrica

Il sindaco del comune di Civo, dove è stato fermato nelle scorse settimane il funzionamento della centralina idroelettrica proprio a causa dell’emergenza climatica in atto, al fine di «garantire a tutta la popolazione la sufficiente e necessaria quantità di acqua potabile, tutelando questa importante risorsa» ha emanato un’ordinanza per il divieto di utilizzare l’acqua proveniente dall’acquedotto pubblico per tutti gli usi differenti da quelli potabili e igienico-sanitari. Ma non è finita qui. Visto il «persistente stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi» l’amministrazione comunale adotta altre misure di carattere preventivo tenuto conto del prolungarsi della mancanza di precipitazioni associato al tempo soleggiato con temperature al di sopra delle medie del periodo «che sta determinando anche sul territorio comunale una forte siccità del terreno».

Inoltre i corsi d’acqua non utilizzati per l’irrigazione hanno portate molto basse «che renderebbero difficili eventuali operazioni di prelievo per scopi antincendio».

Gli spettacoli pirotecnici

Il sindaco poi ricorda che proprio nel periodo estivo sul territorio si svolgono tradizionalmente sagre e feste popolari «che prevedono spettacoli pirotecnici, con lancio di fuochi d’artificio, innescati tramite il fuoco».Una condizione questa che rappresenta un fattore di rischio reale in caso di principi di focolai che dovessero accadere nel periodo estivo.

«Quindi - dice il primo cittadino - è fondamentale, in via precauzionale, evitare l’accensione di fuochi liberi all’aperto, effettuati come normali pratiche agricole, in particolar modo di ramaglie, sfalci, paglia e altri residui vegetali naturali non pericolosi».

E ancora: «È importante tutelare il territorio, gli ecosistemi vegetali e animali, nonché la salute pubblica in caso di incendio scaturito da lancio di prodotti pirotecnici o da accensione di fuochi all’aperto». Per questi motivi a Civo scatta il divieto assoluto di accensione e lancio di fuochi d’artificio, di sparo di petardi, di scoppio di mortaretti, razzi a artifici pirotecnici e/o mongolfiere di carta meglio note come lanterne volanti a fiamma libera, nonché altri articoli pirotecnici, nel corso di qualsiasi tipo di manifestazione o evento, pubblico o privato, riconosciuto o meno dall’amministrazione comunale, fino a data da destinarsi con un successivo provvedimento. È vietata anche la combustione di materiali vegetali naturali non pericolosi, come paglia e altro materiale agricolo o forestale naturale. «Sono fatte salve le necessità di combustione, finalizzate alla tutela sanitaria, di particolari specie vegetali e documentate con le modalità previste dalle vigenti normative». Chi sgarra e non rispetta le disposizioni comunali va incontro a una sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA