«Sebastian era fortissimo
Una ragazzo che voleva arrivare»

Morbegno Gianni Prandi, il manager del team che aveva voluto Sebastian Fortini, ricorda la giovane promessa

Da mettere i brividi il gruppo, numerosissimo, di giovani appassionati di motocross a fianco del carro funebre per l’ultimo saluto a Sebastian Fortini. Uno schieramento che faceva sembrare il sagrato della chiesa un vero paddock.

Dalle moto variopinte ai caschi colorati. E il rombo come ultimo saluto al campione scomparso mentre faceva il suo sport preferito.

Una immagine difficile da cancellare, che ha riempito di lacrime gli occhi delle tante persone che hanno voluto salutare questo giovane talento del motocross nazionale. Non solo persone dai comuni limitrofi giunti per “Seba”, ma anche avversari arrivati dalla provincia di Trento, senza dimenticare la presenza di Francesco Cittini, della Federazione motociclistica, che rappresenta il cross in regione. E poi Egidio Motta, della Red Moto, importatore Honda fuoristrada in Italia, due ruote con cui il giovane valtellinese correva.

Nascosti nel gruppo di coloro che hanno voluto portare l’ultimo saluto, in modo particolare, a Sebastian anche i piloti valtellinesi guidati da Fabio Cornaggia con Simona Brenz Verca, Marzio Dessì, Angelo Pensini e tanti, tanti giovani. Non poteva certo mancare Gianni Prandi, il manager del Team Jrt di Calco, colui che aveva voluto “Seba” nel suo team, scuderia considerata anche da Honda una delle migliori strutture nella pratica del cross a livello nazionale.

«Era un pilota forte, ma non era ancora riuscito a dimostrare realmente il suo valore poiché questo 2020 non è mai stato fortunato per lui. Dopo due gare infortunio dell’omero a Ceriano Laghetto e, dopo essersi ristabilito, ancora sulla stessa pista lo stesso identico infortunio, e ora che aveva messo alle spalle quei problemi fisici è arrivata la tragedia. Un ragazzo che avrebbe voluto fare seriamente questo sport - aggiunge - e le prove le abbiamo avute osservando anche quanto meticolosa e scrupolosa era la sua preparazione, sia fisica sia alimentare, Seba era un ragazzo che voleva arrivare. A Morbegno abbiamo assistito a un ultimo saluto, di quelli che difficilmente riesci a scordare con tutti quei ragazzi con le loro moto per dimostrargli affetto. Sono convinto che non tutti conoscevano Sebastian, ma nonostante tutto non hanno voluto stare lontano da un giovane per cui il motocross era la vita».

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