Ponte nel cielo. Nel 2022 ci sono passate 75mila persone

TartanoBilancio lusinghiero per il consorzio Pustaresc. Quest’anno 75mila persone lo hanno attraversato. Si avvicina l’obiettivo di creare un parco giochi inclusivo

Sono stati 75mila i passaggi nel 2022, cioè 10mila in più rispetto all’anno precedente. Un esito «che ci riempie di orgoglio», sebbene «francamente inaspettato» come riferisce schietto Renato Bertolini, presidente dell’attivissimo consorzio della Val Tartano, il consorzio Pustaresc, che ha dato vita e gestisce il famoso ponte tibetano di Tartano, il Ponte nel cielo, uno dei posti più instagrammabili d’Italia, come lo avevano definito su La Repubblica fra i molti servizi giornalistici che gli sono stati dedicati in questi anni.

Una scelta di successo

E di strada ne ha fatta la struttura di Tartano, lunga 234 e alta 140, dal 2016 quando cominciò a prendere forma quella passerella, un ardito ponte tibetano che collega Campo Tartano con il maggengo Frasnino.

Lo dicono i numeri di fine anno. Incredibili quelli registrati nel 2022. «Dopo le visite molto numerose durante gli anni più blindati del Covid, dove ci si poteva spostare poco, ma di sicuro si poteva arriva fino alla vallata di Tartano - dice Bertolini - pensavamo di tornare ai livelli, comunque molto buoni, degli anni precedenti vista la scomparsa dei vincoli sugli spostamenti oltre regione. Invece, inaspettatamente, la proiezione di quest’anno ci dice che abbiamo superato di 10mila unità le presenze dell’anno scorso, arrivando a 75mila passaggi totali nell’arco del 2022, di cui 60mila sono paganti, perché dobbiamo considerare la formula delle famiglie con i ragazzi che non pagano e il passaggio gratuito dei residenti».

Questo significa potere contare su incasso complessivo di oltre 300mila euro, utili che saranno investiti come da statuto sul territorio per il quale il consorzio ha già in mente il prossimo progetto: l’Ecomuseo dei maggenghi.

«Chiuse le pendenze con la banca e in attesa di chiudere quelle con le ditte, ora saremo in grado di fare molto avendo a disposizione una liquidità non indifferente - precisa Bertolini -, abbiamo già qualcosa in cantiere: l’Ecomuseo dei maggenghi, che cominceremo con l’accesso al ponte mettendo in condivisione quasi 300 ettari di montagna, 10 maggenghi e due alpeggi, su cui sviluppare questo percorso che coinvolgerà anche il paese e le altre sentieristiche. E cominciamo già a vedere la gente sul ponte per spostarsi nelle valli, utilizzando non più solamente come uno dei posti più instagrammabili d’Italia. Adesso le cose cominciano ad avere un senso».

Visite destagionalizzate

A funzionare bene al Ponte nel cielo, e anche questo è un dato interessante, è la cosiddetta destagionalizzazione del turismo, che resta ancora un sogno per molti nel settore. «Qui si lavora tutto l’anno: i dati di gennaio sono paragonabili a quelli di luglio», ancora il presidente del consorzio. E funziona bene il collegamento con le altre realtà valtellinesi.

«Si è creata ad esempio una linea diretta con la Val Masino, si comincia anche con il Morbegnese e da sempre con il lago di Como c’è un legame stretto. La gente che viene qua è già stata in un altro posto in Valtellina - precisa Bertolini -. Insomma, il turista è più intelligente dei campanilismi valtellinesi si sposta e conosce posti diversi creando una vera e propria rete, che ci auguriamo sia sempre più collegata».

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