Ospiti contagiati
Allarme nelle Rsa
stop alle visite

Le nostre case di riposo tornano a blindarsi. Pochi positivi, ma mancano personale e spazi adatti

Sono sul chi vive le case di riposo della provincia di Sondrio perché si stanno manifestando le prime positività fra gli ospiti. Alcuni casi si sono verificati nelle Rsa di Ardenno, Berbenno, e Grosio, per cui nell’ambiente c’è preoccupazione, e obbliga all’introduzione di misure drastiche quali la sospensione degli accessi di nuovi ospiti e la sospensione delle visite.

Alcune di più, alcune di meno, ma sono di nuovo blindate le 21 case di riposo della nostra provincia, come accaduto nel febbraio-marzo e nell’ottobre-novembre del 2020, e come sta avvenendo anche per gli ospedali. Perché anche se la variante Omicron è percepita come meno pericolosa in termini di impatto sulle ospedalizzazioni e sulla mortalità, la contagiosità preoccupa, tenuto conto che le Rsa hanno spazi spesso esigui a disposizione per isolare eventuali positivi e, soprattutto, hanno poche forze su cui possono contare per curarli.

«Noi dopo il 6 gennaio abbiamo sospeso le visite dei parenti in attesa di riattivare, a breve, la camera degli abbracci - dice Giampaolo Muzio , direttore della Fondazione “Casa di riposo città di Tirano” -. Siamo in pre-emergenza perché, pur avendo al momento la Rsa “pulita” dal punto di vista del contagio fra gli ospiti (116, ndr), abbiamo riscontrato cinque operatori positivi, asintomatici, con i test che facciamo ogni settimana, per cui la guardia resta alta».

Al punto da indurre la Rsa “Fondazione città di Chiavenna” a optare anche per la sospensione dei nuovi ricoveri. «Abbiamo 115 ospiti in struttura e al momento nessuno risulta contagiato, ma con il vento che tira non è escluso che qualche positività possa anche presentarsi - dicono dall’amministrazione -, da qui la necessità di sospendere i nuovi ricoveri, anche perché occorre anche parametrarsi con le risorse umane che abbiamo a disposizione per garantire un’adeguata assistenza e con gli spazi disponibili per l’isolamento. Al momento ai test settimanali sono risultati positivi quattro operatori positivi, anche se asintomatici». A Chiavenna proseguono, invece, le visite dei parenti, anche se da due settimane a questa parte è vietato il contatto fisico: in pratica non ci si può prendere per mano ed è stato reinstallato il separé in plexiglass.

Sospensione delle visite sino a fine mese, invece, alla Rsa Bellavista di Sondalo, dove il presidente Pietro Del Simone , unitamente al direttore Genny Colturi e alla responsabile sanitaria Nora Partesana , hanno preferito optare per la “linea dura” già seguita in passato, garantendo la massima protezione agli ospiti. «Al momento non abbiamo positivi, salvo tre operatori che sono già in rientro - dice Del Simone - però la situazione impone prudenza. Spiace per i 48 ospiti e per i loro familiari, ma lo facciamo per il loro bene».

Anche a “Villa del Sorriso” di Bormio e alla Rsa “Costante Patrizi” di Ponte in Valtellina, entrambe dirette da Claudio Tagliapietra , domina la linea della prudenza. «A Bormio abbiamo reintrodotto la camera degli abbracci - dice il direttore - anche se prudenzialmente abbiamo sospeso l’abbraccio vero e proprio: ci si può incontrare, parlare, ma il contatto fisico preferiamo rimandarlo di qualche giorno. Lo stesso a Ponte: c’è una camera degli incontri aperta, ma anche qui massimo riguardo. Al momento non ci sono ospiti positivi, però alcuni operatori lo sono, per quanto vaccinati con terza dose e asintomatici, per cui si impone la prudenza».

Da inizio settimana sino a fine mese è tornata la stanza degli abbracci anche alla Rsa “Madonna del Lavoro” di Nuova Olonio, dove, invece, ci si può abbracciare veramente. «Pulite, al momento, sia la Rsa, con 108 ospiti - dice Emilvio Fascendini , direttore sanitario -, la Rsd, 49, e il centro diurno disabili, 30, anche se, qui, gli ospiti vengono testati una volta alla settimana. Quattordici gli operatori positivi, pur se in modo blando».

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