Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 13 Maggio 2016
«Nessuna chiusura in vista per l’ospedale»
Il direttore del presidio di Morbegno rassicura su riabilitazione cardiologica e pronto soccorso: «Si sta ragionando sulla riconversione, come sanno gli amministratori, ma per ora non ci sono cambiamenti».
«Com’è noto si sta ragionando sulla riconversione dell’ospedale in Pot (Presidio ospedaliero territoriale), ma al momento non è in programma nessuna chiusura della riabilitazione cardiologica, né è prevista la soppressione delle prestazioni notturne al pronto soccorso».
La rassicurazione arriva dalla dottoressa Annalisa Fumagalli, direttore del presidio ospedaliero di Morbegno e arriva dopo il grido di allarme lanciato ieri dal sindaco di Cosio Valltellino, Alan Vaninetti, condiviso anche dal capogruppo della minoranza consiliare di Morbegno Paolo Ronconi.
Entrambi hanno messo sul piatto il rischio paventato da più parti di soppressione della riabilitazione cardiologica e della chiusura del pronto soccorso nelle fasce notturne.
Il pericolo secondo gli amministratori pubblici sarebbe quello di «un nuovo impoverimento » del presidio ospedaliero della bassa valle. Per questo Vaninetti ha chiesto la convocazione di un tavolo provinciale della sanità «perché non si tratta di un problema esclusivamente morbegnese, ma di una questione che riguarda l’intera sanità di Valtellina e Valchiavenna».
Intanto il direttore del presidio sanitario Fumagalli smentisce, perlomeno nel breve periodo, lo scenario più drastico paventato dagli amministratori comunali.
«Com’è noto anche gli amministratori pubblici, si sta lavorando per la realizzazione a Morbegno del presidio ospedaliero territoriale - dice Fumagalli -, che non è una realtà per pazienti acuti, ma per quelli che necessitano di prestazioni di bassa intensità. Del resto la realtà di Morbegno oggi non è da considerarsi un ospedale nel senso più classico del termine». Il nosocomio cittadino attualmente ospita 14 posti letto di medicina, 7 di cardiologia, 7 per la riabilitazione geriatrica, 7 per l’hospice, la dialisi, un poliambulatorio e il pronto soccorso.
«La riabilitazione cardiologica ha saturazione bassa, cioè pochi pazienti, ma nessuno ha deciso ora sulla sua chiusura - spiega -. Sull’ospedale si è investito, sono stati previsti i lavori di sistemazione dello stabile ed è in corso una rivisitazione complessiva dell’offerta attuale sulla quale stiamo coinvolgendo i primari, l’Ats (Agenzia tutela della salute della montagna) per capire le relazioni fra domanda dell’utenza e offerta».
Continua: «Si sta ragionando anche sul futuro del pronto soccorso che registra 12mila accessi all’anno: si sta analizzano la casistica, quanti i casi complessi, le urgenze. Non credo che in una realtà come questa sia idoneo un pronto soccorso di sole 12 ore, sarebbe rischioso non prevederne l’apertura di notte. In ogni caso si tratta di una questione delicata che da neo arrivata sto affrontando nei dettagli».
A proposito delle preoccupazioni sulle due medesime questioni legate al nosocomio morbegnese sollevate anche dai medici del territorio, Fumagalli fa sapere che «con alcuni di loro le problematiche sono già state affrontate, mentre - sottolinea - molto volentieri mi metto a disposizione per un confronto con i medici di base sul Pot e sul progetto condiviso da Ats».
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