Morti per Covid in provincia
è stato un aprile nero

La nostra provincia undicesima in Italia, con un incremento dei decessi del 93% sugli anni precedenti. A pesare sui dati i numeri tragici delle case di riposo: a Morbegno scomparse 64 persone, in media erano 16

Aprile mese nero per gli effetti della pandemia covid in provincia di Sondrio. Con un +93,2% di morti in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni Valtellina e Valchiavenna si collocano all’undicesimo posto tra i territori italiani più martoriati. Una percentuale elevata, in controtendenza rispetto all’andamento generale nazionale che vede nel mese di marzo il numero più drammatico di decessi. A pesare su una fotografia dai contorni tragici sono soprattutto i casi registrati nelle case di riposo dove il prezzo pagato è stato altissimo.

La rilevazione

Sono gli effetti del coronavirus sulla mortalità complessiva nelle province italiane secondo il rapporto, il secondo dall’inizio della pandemia, elaborato dall’Istat insieme all’Istituto superiore di sanità. L’istituto di statistica ha confrontato i singoli mesi di quest’anno con le medie del triennio 2015-2019 relative agli stessi periodi.

Numeri in controtendenza

Il dossier registra numeri drammatici, soprattutto in Lombardia e non esclude la provincia di Sondrio dai territori con incidenza di decessi più elevata. Insomma, niente isola felice.

Nella nostra regione l’incremento dei decessi è il più marcato: si passa da una diminuzione del 6,9% nel periodo gennaio-febbraio 2020 - rispetto alla media nello stesso periodo 2015-2019 - a un aumento del 188% nel mese di marzo. Nel mese di aprile si osserva, invece, una riduzione dell’eccesso di mortalità totale, misurato in termini di variazione percentuale dei decessi rispetto allo stesso periodo del 2015-2019, proprio nelle aree che per prime sono state colpite più duramente dall’epidemia.

In Italia

A livello nazionale i decessi totali scendono da 80.623 di marzo a 64.693 di aprile e la variazione passa da un aumento medio del 48,6% di marzo (26.350 decessi in più rispetto alla media 2015- 2019) al 33,6% di aprile (16.283 decessi in più).

«Una favorevole evoluzione - dice il rapporto - da attribuire prevalentemente alla riduzione dell’eccesso di mortalità osservata a partire dalla fine del mese di marzo in molte delle province dell’area ad alta diffusione». Non in provincia di Sondrio. Qui i numeri raccontano di un’impennata di mortalità passata dal 77,6% di marzo (diciottesima provincia per elevata incidenza di decessi) al 93,2%. In termini numerici i decessi certificati covid nel quadrimestre sono 179 con un’incidenza sul totale dell’85,5%.

I confinanti

Tra le altre province lombarda più vicine solo Como segue lo stesso andamento di Valtellina e Valchiavenna: anche nella città lariana il dato dell’eccesso di mortalità ha un andamento di crescita passando dal 63,4% di marzo all’80% di aprile. Va all’inverso la provincia di Lecco, peraltro una delle più colpite dal covid, che passa da un +183,9% di marzo a un +125,7% di aprile. In nettissimo calo i numeri di Bergamo che dopo aver registrato un eccesso di mortalità pari al 571,3% a marzo, ad aprile scende al 122,9%.

Il dramma degli anziani

Come detto a pesare sul quadro drammatico della provincia di Sondrio sono i decessi registrati nelle case di riposo.

A Morbegno, ad esempio, l’incremento dei deceduti è pari al 461,4% in aprile con 64 morti contro i 16 negli anni dal 2015 al 2019. A marzo, prima cioè che scoppiasse il caso della casa di riposo Ambrosetti, l’incremento percentuale si fermava - si fa per dire - al 100%.

Situazione analoga ad Ardenno. Anche qui i casi registrati nella casa di riposo hanno fatto schizzare l’aumento al 246% pur se con numeri più bassi: 2,6 morti in passato, nove quelli di quest’anno. Stesso discorso per Teglio dove a marzo l’eccesso di mortalità rispetto al quinquennio passato era del 103,7% e ad aprile è più che triplicato arrivando a 358,3%.

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