Morbegno, dopo tre anni di attesa riecco l’oratorio. «La casa di tutti»

Morbegno Grande entusiasmo ieri per la riapertura. L’assessore Marchini: «Se ne sentiva la mancanza». Monsignor Longhini: «Ma ora diventi un luogo vivo»

Morbegno fa festa per il suo oratorio. Una festa «in pompa magna, com’è giusto che sia», ha detto ieri l’assessore comunale Franco Marchini durante il taglio del nastro della rinnovata struttura, che ha indossato un abito nuovo, bellissimo, ammirato dopo tre anni di restauro, per la prima volta dalla città. Restauro finanziato da Fondazione Cariplo che ha puntato molto su questo progetto, come conferma la presenza del presidente Giovanni Fosti .

E di festa dopo una grande attesa ha voluto parlare anche il vescovo Oscar Cantoni durante la messa che ha preceduto l’inaugurazione, felice di «condividere con voi questa gioia che aspettavate con ansia, un oratorio all’altezza dei tempi e all’altezza della vostra parrocchia, frutto di impegno e laboriosità di tante persone e istituzioni. Adesso lo vediamo e ne usufruiamo, perché le strutture sono in funzione del bene delle persone».

«L’oratorio - ha aggiunto il vescovo - diventa un luogo dove fare famiglia, dove incontrarsi, dove accoglierci reciprocamente e in cui crescere come uomini e come cristiani. Per cercare quell’accoglienza e condivisione di cui soprattutto voi ragazzi avete sentito la mancanza durante il lockdown».

Sono stati diversi gli interventi, moderati dal sempre entusiasta vicario don Nicola Schivalocchi , che si sono susseguiti nel pomeriggio dedicato all’oratorio San Luigi Gonzaga. Fra gli altri quello del parroco monsignor Giuseppe Longhini , che ha citato anche il suo predecessore monsignor Andrea Salandi (presente alla cerimonia), che per primo ha gettato le basi per l’intervento sull’edificio.

«Ora l’oratorio si presenta in tutta la sua bellezza e funzionalità, adesso però - ha rimarcato il parroco - deve diventare un luogo vivo, aperto, accogliente verso tutti, una casa dove ragazzi e adulti possono ritrovarsi in un clima di fraternità, una “Comunità al centro”, che è lo slogan scelto nel 2018 per dare inizio a questi grandi lavori. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo, dai progettisti alle maestranze, ai volontari, e anche chi ci ha messo le risorse, che senza i soldi non si fa nulla: fondazione Cariplo, la signora Giovanna Arrigone , Maurizio Quadrio e don Luciano Lanfranchi ».

E il parroco ha poi riassunto le peculiarità dell’oratorio, facendo riferimento a quattro immagini: «L’oratorio è casa e famiglia, cioè luogo accogliente e aperto; è chiesa, dove si respira il Vangelo uno stile proprio della vita cristiana; è cortile, dove ci si incontra in relazione aperte, vere, con porte aperte; l’oratorio poi è campo, dove si gioca e si vive nella gioia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA