La morte di René: «Un ragazzo
sportivo, con tanti amici e benvoluto»

Il ricordoParlano gli allenatori che hanno visto crescere nelle giovanili del basket Pezzini il ragazzo morto nell’incidente di Forcola

Una tragedia che lascia senza parole e inverosimile per le tante persone che l’avevano visto la sera prima in palestra. Era una mattina come le altre e René Sottocornola con i suoi due compagni si stava dirigendo a Sondrio a scuola, destinazione Liceo scientifico Donegani di Sondrio, quando un incidente stradale se l’è portato via, troppo presto.

«Proprio ieri sera (venerdì, aveva ripreso ad allenarsi e aveva deciso di ricominciare con noi con frequenza»: così il responsabile minibasket della Pezzini Morbegno, Alberto Busi, suo allenatore lo scorso anno. Amava lo sport, la compagnia, era sempre sereno e tranquillo. L’intero ambiente della Pezzini è scosso di fronte a una tragedia che lascia tutti senza parole.

«Faceva gruppo»

«Era un bravissimo ragazzo, faceva gruppo. Quando abbiamo giocato a Sondrio l’anno scorso c’erano tanti suoi compagni di scuola a vederlo – ha continuato Busi -. C’erano tante ragazze che lo seguivano perché era anche un bel ragazzo. Non ho parole sinceramente per quello che è successo». «Aveva iniziato regolarmente la stagione alla fine di agosto, ha fatto un paio di allenamenti, poi ha deciso di smettere perché andava in palestra – ha detto il suo allenatore dell’Under 19 giallonera, Simone Manni -. Venerdì sera è tornato dopo tre mesi con tanta voglia di giocare. Era il classico ragazzo “acqua e sapone”, con cui non si poteva non andare d’accordo. Ci siamo lasciati dicendo che ci saremmo rivisti venerdì prossimo, ma purtroppo è andata in questo modo. Era molto bravo, c’era anche un’idea in futuro di mandarlo ad allenarsi in prima squadra».

Famiglia già colpita dal dolore

Una famiglia, la sua, che ha lo sport nel sangue: suo papà, Mauro Sottocornola, è titolare della palestra “Crossfit” di Cosio Valtellino. René praticava diversi sport: prima del basket aveva giocato a calcio, frequentava la palestra.

Tanti anni fa, nel 2014, la famiglia Sottocornola era stata colpita da un altro incidente drammatico: sul lungolago di Lugano il fratellino, di soli 10 mesi, venne travolto da un Suv e riportando ferite molto gravi.

«Aveva iniziato tardi con la pallacanestro, ma era uno sport che l’ha subito appassionato - ha detto Ivan Bianchi, tecnico della prima squadra della Pezzini -. Aveva dei buoni mezzi atletici, io l’ho allenato quando era nell’Under 17. Era un ragazzo di compagnia, sempre sorridente, mai un problema con gli avversari e con i compagni, mai una protesta con gli arbitri, viveva la pallacanestro proprio come un divertimento cercando di dare quello che poteva».

A volte si prendeva delle pause dal basket, perché coltivava altri interessi o quando la scuola gli richiedeva ancora più impegno.

«Ogni volta che riprendeva però rientrava senza problemi nel gruppo, si faceva voler bene. Per la serenità con cui si metteva a disposizione veniva sempre accolto dai suoi compagni».

Ieri sera prima della partita contro la Polisportiva Rondinella, è stato osservato per lui un minuto di silenzio.

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