Ha un infarto per strada. «Soccorso dopo 40 minuti»

In ritardo Il testimone: «L’ambulanza ha trovato la strada chiusa» «Se non avessi dato indicazioni alternative, l’uomo sarebbe morto»

Sarebbe potuta finire male, ma per fortuna non è stato così sabato scorso sulla strada interpoderale di Santa Cristina che collega Tresivio con Ponte in Valtellina, dove un uomo si è sentito male e ha dovuto attendere parecchio tempo prima di essere soccorso.

Accasciato

Testimone di quanto accaduto Renato Gianoncelli che racconta la vicenda: «Ero in giro con il mio cagnolino, quando ho visto accasciato su un masso un signore – riporta Gianoncelli -. Avvertiva un forte dolore al petto. Mi ha detto di aver chiamato i soccorsi, ma che stava attendendo da un quarto d’ora. A quel punto ho richiamato e mi hanno detto che stavano arrivando, ma avevano trovato la strada chiusa. Difatti, cento metri più avanti, la strada era sbarrata a causa di lavori. A quel punto, essendo del posto, ho dato indicazioni ai mezzi di soccorso affinché riuscissero a raggiungerci con vie alternative. Alla fine sono arrivati dopo 40 minuti dalla richiesta».

Una volta tornato a casa, Gianoncelli non ha voluto far cadere la cosa e ha consultato l’albo pretorio del Comune di Tresivio, dove non ha trovato l’ordinanza di chiusura del quel tratto di strada, per cui anche la Croce rossa non era al corrente. «Lunedì ho chiamato in Comune e mi hanno detto che l’ordinanza era rimasta in vigore fino al venerdì - prosegue Gianoncelli - . Si è corso un rischio grosso, perché in caso di infarto ogni minuto perso è prezioso. Di fatto il signore è ancora in terapia intensiva».

Il sindaco di Tresivio, Fernando Baruffi, risponde: «Gianoncelli ha ragione in parte, ma il Comune di Tresivio non ha colpe. Il Comune emette ordinanze in base alle richieste ed è compito del direttore lavori dell’impresa segnalare che i lavori non sono finiti e richiedere una proroga di tempo».

«Ci dispiace»

Quando il Comune emette l’ordinanza, la stessa viene comunicata a tutti gli enti interessati, compresa la Croce rossa. Che avrebbe saputo della strada chiusa. I lavori, che erano in corso sulla strada, erano dovuti ad una riparazione urgente della rete del consorzio pluvirriguo Sponda Soliva.

«C’è stata un po’ di confusione per un problema di posta elettronica - spiega il presidente del consorzio, Sandro Bambini, che si è rapportato con la ditta che stava eseguendo i lavori -. I lavori si sono prolungati più del previsto e la ditta credeva che la mail, con la richiesta di proroga, fosse arrivata al Comune di Tresivio. Evidentemente non è stato così. Dispiace per il disguido generato».

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