Grandine, vigne
danneggiate
anche del 50%

Colpiti i terrazzamenti da Castione a Tresivio soprattutto sopra la Sassella. Fondazione Fojanini: «Problemi nella fascia medio alta»

Grandine, danni pesanti. La prima furiosa perturbazione di piena estate del 2020, arrivata da nord poco prima delle 22 di giovedì sera va a violare i templi della produzione vitivinicola valtellinese. Sulla corona di terrazzamenti che circonda Sondrio, da Castione a Tresivio si rovesciano in meno di due ore di precipitazioni molto intense dai 25 ai 35 millimetri di pioggia.

Insieme a folate di vento e a temporale insistito arriva purtroppo anche la grandine, colpisce gli acini in fase di maturazione, sono i grappoli più preziosi delle Alpi, quelli da cui nascono le Docg del territorio, come il Valtellina superiore Sassella, il Valtellina superiore Inferno e il Valtellina superiore Grumello. Per fortuna la grandinata sulle fasce non è uniforme, non è fitta ovunque, molte aziende vengono risparmiate. Ma i molti tecnici e specialisti agronomi che dalla prima mattina di ieri hanno monitorato la zona metro a metro riportano le impressioni di un colpo che questa volta si avverte.

«Valle segnata dalla grandine sul versante retico da Castione a Tresivio – ha comunicato ieri il centro studi e ricerca Fondazione Fojanini –. La perturbazione, proveniente da nord ovest, dalla zona dell’alpe Colina è stata accompagnata anche da forti correnti d’aria. La coltura più colpita è stata la vite, i danni si cominciano a registrare partendo da ovest dal comune di Castione, in modo non pesante, ma peggiorano spostandosi verso est».

Secondo la fondazione «I danni più consistenti, stimabili anche oltre il 50% con punte fino all’80% sono nell’ordine, la parte alta e orientale della Sassella, in località Sant’ Anna e dintorni. Lì anche la parete fogliare delle viti è stata lesionata pesantemente. Una medesima situazione la abbiamo riscontrata nella sottozona Grumello-dossi salati. La grandinata si è mantenuta su una fascia altitudinale medio alta, colpendo quindi pesantemente la stessa linea di quota fino all’Inferno per poi andare ad esaurirsi verso Piateda-Fiorenza».

Danni quantitativamente molto più limitati si sono registrati nella fascia altitudinale più bassa, sul piede di versante fino più o meno alla quota media sopra citata. Qui gli ammaloramenti sono quantificabili in un 5-15% massimo di uve danneggiate, così come sul conoide di Albosaggia. Ricordiamo che i danni sono molto variabili, anche in ragione di fattori locali quale la disposizione dei filari. Ad esempio, gli impianti delle vigne orientati est-ovest, ovvero a a girapoggio, sono stati quelli colpiti maggiormente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA