
(Foto di gianatti)
Cerimonia Consegnati dal prefetto i riconoscimenti ai morti nei campi di lavoro dopo l’8 settembre 1943
8 settembre 1943. Uno spartiacque nella successione dei tragici eventi che hanno segnato drammaticamente la storia del secolo scorso.
È doveroso, in questo senso, «fare memoria, nella giornata in cui ricordiamo le persecuzioni a cui sono stati sottoposti gli ebrei, anche dei cittadini italiani, militari e civili, catturati dai tedeschi dopo l’Armistizio, internati in Germania nei lager nazisti e costretti al lavoro coatto per sostenere lo sforzo bellico negli ultimi anni del conflitto».
Così il prefetto di Sondrio, Roberto Bolognesi, ha introdotto la cerimonia di conferimento delle medaglie d’onore in ricordo dei convalligiani deportati – dopo il 1943 – nei campi di prigionia tedeschi.
Una grande lezione di storia, «strumento – ha detto il prefetto – per leggere la vita di tutti i giorni e la realtà che ci circonda e per non ripetere tragici errori del passato. Ma anche, soprattutto, per comprendere fino in fondo il senso della nostra Costituzione», costellata «da tanti diritti e doveri di ogni cittadino. Una grandissima ricchezza che è stata a noi affidata». In particolare, rivolgendosi agli studenti delle superiori di Sondrio presenti in sala, Bolognesi ha ricordato «il cuore di tutto questo, ossia il dovere – che appartiene a ciascuno di noi – di agire, tutti i giorni, nell’interesse del bene comune e del Paese». Un compito importante per costruire un futuro di pace e di libertà.
Dalle mani del prefetto Bolognesi e dei sindaci del territorio, ai familiari di quattordici internati ieri mattina è stata consegnata la medaglia d’onore. Il sindaco del capoluogo, Marco Scaramellini, ha stretto la mano a Giancarlo Negri, figlio di Pietro, classe 1906. Lo stesso ha fatto Paolo Pedroli, vicesindaco di Teglio, con Mariangela Pianto, presente alla cerimonia in ricordo del padre Felice (1915).
Alberto Gavazzi, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Morbegno, ha consegnato la medaglia in ricordo di Giovanni Figoni, classe 1921, alla figlia Angela, mentre Franco Spada, sindaco di Tirano, sul palco del Teatro Sociale ha accolto Marisa Londero, nipote dell’internato Giacomo Enrico Meleri (1919), Ennio Merlo, figlio di Aldo Gherardo (1920) e Luciano Rizzi, figlio di Giacomo (1923).
Alla memoria dell’internato Mario Biancotti, classe 1916, il sindaco di Livigno Remo Galli ha affidato la medaglia d’onore alle mani del figlio Mauro. In ricordo di Camillo Lorenzo Svanosio (1897) di Ardenno, ha ritirato il riconoscimento il nipote Camillo, accolto da Laura Bonat.
Alan Delle Coste ieri mattina ha stretto la mano a quattro discendenti di altrettanti bianzonaschi. A Gervasio Re Delle Gandine è stata consegnata la medaglia in memoria del padre Santo, classe 1921, e dello zio Nemesio (1915), mentre con i nipoti Manuela Meleri e Valerio Gavazzi è stato onorato il ricordo rispettivamente dell’internato Andrea Meleri (1916) e di Mario Gavazzi, classe 1923.
Luca Muffatti, vicesindaco di Montagna in Valtellina, ha consegnato alla figlia Silvana il riconoscimento in memoria di Antonio Negri (1912). È stato, infine, il presidente della Provincia Elio Moretti a ricordare l’internato Giovanni Iemoli, nativo di Rogolo, classe 1918, alla presenza del nipote Johnny Oregioni.
Ulteriori medaglie d’onore sono state concesse alla memoria di Vincenzo Novaglia (1914), Elio Germano Poletti Pedos (1923), Pietro Bani (1920) e Giovanni Bani (1916), i cui familiari ieri non hanno potuto presenziare.
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