Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 05 Novembre 2016
General Electric e Hughes
Nuova alleanza sul Pignone
Creato un colosso dell’Oil&Gas con ricavi per 32 miliardi di dollari. Nello stabilimento di Talamona si attende di capire l’entità delle ricadute.
È tempo di novità per la General Electric, gruppo statunitense che nel 1994 ha acquisito il Nuovo Pignone, realtà presente anche a Talamona. La divisione Oil&Gas di Ge si unirà a Baker Hughes, dando vita a un colosso del settore, con ricavi combinati per 32 miliardi di dollari.
L’intesa annunciata a inizio settimana prevede che la multinazionale di Boston controlli la nuova società con il 62,5% del capitale, mentre gli attuali soci di Baker Hughes, società di Houston, avranno il 37,5% e otterranno un dividendo speciale di 7,4 miliardi di dollari, pari a 17,5 dollari per azione, finanziato da un contributo di pari entità da parte di Ge. La nuova entità continuerà a essere quotata in Borsa e sarà guidata da Lorenzo Simonelli, attuale presidente e ceo di Ge Oil&Gas.
Baker Hughes è uno dei leader mondiali nel settore della perforazione orizzontale - una particolare tecnologia conosciuta con il nome di fracking - e produce sostanze chimiche che servono a specifici tipi di pozzi. La nuova società sarà una holding in cui confluirà la Ge Oil&Gas con il gruppo Nuovo Pignone.
La nuova realtà sarà quotata alla borsa statunitense e questo processo si concluderà nel corso del prossimo anno. I vertici di Ge Oil&Gas non cambieranno. Nei prossimi giorni i rappresentanti sindacali del coordinamento nazionale di questa divisione di Ge si incontreranno per analizzare la situazione.
Per ora non emergono, dai sindacati nazionali e valtellinesi, riflessioni approfondite. Ma sembra che non ci siano preoccupazioni. Ge negli anni scorsi ha investito anche in Valtellina - dove dà lavoro a circa duecento persone e rappresenta un vero e proprio modello di realtà innovativa - cifre decisamente rilevanti e questa non è l’unica acquisizione del recente passato. Nel 2015 General Electric ha acquisito le attività di generazione e trasmissione di energia di Alstom per oltre 12 miliardi di euro.
Quella emersa sembra quindi una notizia con una valenza sostanzialmente positiva in un’area - Morbegno e Talamona - che, negli ultimi dieci anni, ha pagato un prezzo molto elevato in termini di posti di lavoro nel settore metalmeccanico. Basti ricordare la lunga crisi della Riello, il ridimensionamento della Wayne e della ex Drive e la sofferenza di varie altre aziende con una proprietà locale dalle dimensioni minori, ma non meno importanti per tutti i lavoratori - varie decine - occupati nei capannoni.
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