«Deviazione sulla 36, traffico paralizzato. Ennesimo episodio, tratto fragile»

L’intervento Negri, presidente dei consorzi turistici di Tirano e Morbegno: «Basta un niente per avere un intoppo C’è pure un problema in galleria. Di certo non si risolverà niente per le Olimpiadi, ma bisogna trovare altre soluzioni»

Deviazione a Colico, tra l’altro non ben segnalata, sulla strada provinciale 72, tratti da percorrere a passo d’uomo, o quasi, e per arrivare da Sondrio a Lecco ieri mattina si impiegavano più di due ore.

Nuovi disagi alla viabilità nella giornata di ieri, dopo che, attorno alle 7, la Statale 36 è stata chiusa nel tratto tra Bellano e Abbadia Lariana, in provincia di Lecco, in direzione sud, verso Milano.

Calcinacci a terra

Dalla volta della galleria Luzzeno a Mandello del Lario si sono staccati alcuni calcinacci che sono crollati in strada, fortunatamente nessun ferito e non si sono registrati incidenti, ma in attesa di valutare la situazione i tecnici di Anas con gli agenti della Polizia stradale hanno subito avviato il piano di emergenza, chiudendo il tratto di strada interessato.

La Statale è rimasta completamente chiusa al traffico fino mezzogiorno, quando è stata disposta la riapertura della corsia di sorpasso. La strada è stata nuovamente chiusa al traffico in orario notturno, fra le 22 di ieri e le 6 di questa mattina.

Un episodio, l’ennesimo, che conferma la fragilità della viabilità da e per la provincia di Sondrio, una spada di Damocle sul turismo, soprattutto se si pensa alle Olimpiadi invernali del 2026 e, ancora di più, al dopo Giochi olimpici.

«Purtroppo quel tratto è da sempre molto fragile, tempo fa mi è stato spiegato che quella galleria è in costante lieve movimento e da anni si cerca di lavorare per metterla in sicurezza – afferma Gigi Negri, presidente dei consorzi turistici di Tirano e Morbegno -. D’altronde, quella è l’unica via per la Valtellina, e se viene chiusa, per i più disparati motivi, è un grosso problema. Anche sul fronte della viabilità ferroviaria non va meglio essendo una linea unica che passa, anche questa come la strada, tra gallerie. Soffriamo di questa situazione, certo non facile da risolvere». Di certo, secondo Negri, la soluzione non potrà arrivare in tempo per l’appuntamento olimpico.

«Cerchiamo soluzioni»

«E’ impossibile, bisogna solo sperare che in quei giorni non succeda niente – dice -. Bisogna, comunque, pensare anche al dopo Olimpiadi invernali, perché i grandi flussi e i grandi benefici per il nostro territorio arriveranno solo dopo i giochi che faranno conoscere in tutto il mondo la Valtellina e la Valchiavenna. Ed è lì che dobbiamo arrivare preparati. Bisogna mettersi attorno ad un tavolo per trovare soluzioni e mettere mano alla viabilità sulla Superstrada».

C’è chi, da tempo, esprime un sogno, quello del traforo dello Stelvio. I primi studi di fattibilità risalgono addirittura al 1922 quando si ipotizzava una galleria per la ferrovia Tirano, Bormio e la Val Venosta, poi più recentemente si è tornato a parlarne quando Provincia di Bolzano e la Regione Lombardia hanno siglato il protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’area del Passo dello Stelvio. «Mi rendo conto che è un progetto quasi utopico, ma è davvero un mio pallino, forse un sogno – spiegava Loretta Credaro, presidente dell’Unione commercio e turismo, ad agosto, quando la statale 36 è stata chiusa per la caduta di massi -. Rimanendo con i piedi per terra, bisogna davvero cominciare a pensare ad un progetto più ampio e che risolva i problemi viabilistici del nostro territorio».

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