Covid, ripartono i ricoveri. Riattivati dieci posti letto al Morelli

Saporito (Asst): «A Sondalo saliti a 33 i ricoveri, altri dieci in via di guarigione trasferiti a Morbegno». Sono per lo più anziani e fragili con patologie pregresse

«Se per la maggior parte delle persone il Covid 19 si traduce in un raffreddore o in un po’ di spossatezza, che si risolvono in pochi giorni, per anziani e fragili può significare il peggioramento di condizioni di salute già precarie e il ricovero in ospedale. Per questo raccomandiamo la massima cautela e invitiamo a non sottovalutare un virus che può fare, ancora, molto male».

A sottolinearlo è Tommaso Saporito, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario, che, ieri, ha comunicato l’attivazione di 10 nuovi posti letto al 1° padiglione, quello infettivologico, del Morelli, resisi necessari a causa dell’aumento dei ricoveri per Covid.

Se infatti alcune settimane fa, a seguito della progressiva diminuzione dei ricoveri, era stato possibile riunire solo sul primo piano del 1° padiglione, tutti i pazienti Covid in cura al Morelli, alla fine della scorsa settimana si è dovuto optare per l’ampliamento dei posti letto, attivandone 10 al terzo piano e oltretutto trasferendo una decina di paucisintomatici, cioè pazienti in via di guarigione al Presidio ospedaliero territoriale di Morbegno.

Oggi quindi i pazienti in cura al centro Covid Morelli sono 33, per lo più anziani e fragili, con patologie pregresse, la cui situazione si è aggravata in seguito all’infezione, ma quel che è peggio è che la tendenza è all’aumento perché i ricoveri si susseguono ad un ritmo di 4-5 al giorno.

«Stiamo attraversando una fase molto delicata - insiste Saporito - che richiede la massima attenzione da parte del sistema sanitario e dei cittadini. I dati relativi ai contagi e ai ricoveri ci dicono che il virus circola ed è altamente contagioso nelle nuove varianti. E’ vero che la mascherina non è più obbligatoria - conclude il direttore -, ma è opportuno essere prudenti nelle situazioni in cui la contemporanea presenza di molte persone in un ambiente chiuso aumenta esponenzialmente il rischio di contagio. Areare i locali, indossare correttamente la mascherina a copertura di naso e bocca e igienizzare frequentemente le mani sono comportamenti non soltanto consigliati, ma auspicati a salvaguardia della salute di tutti».

Richiami ad aspetti comportamentali che sembravano, ormai, appartenere ad una fase emergenziale del tutto superata e che invece si ripropongono per l’effetto di sottovarianti Omicron più attive che mai. Solo pochi giorni fa, su queste stesse colonne, Patrizia Zucchi, virologa di Asst Valtellina e Alto Lario, poneva l’accento sulla estrema contagiosità delle sottovarianti Ba.4 e Ba.5, le più diffuse, di Omicron, tali da procurare reinfezioni anche a persone recentemente ammalatesi.

Ed aveva rimarcato anche l’importanza, sia di dichiarare ad Ats la eventuale infezione, sia di sottoporsi, se non lo si avesse già fatto, alla vaccinazione anti Covid con i sieri attualmente in uso, perché, comunque, anche se non tarati su Omicron «garantiscono, soprattutto, le dosi booster - aveva detto -, una copertura decine e decine di volte superiore a quella garantita dai primissimi vaccini proposti. E’ vero che c’è una stanchezza da vaccino, fenomeno noto anche il letteratura - aveva detto -, ma è importante non mollare la presa da questo punto di vista e mettersi al riparo, almeno, dalle manifestazioni più gravi del virus».

Un appello che molte persone devono ancora raccogliere, se si pensa che sono solo 4.267 le dosi booster somministrate in provincia di Sondrio, delle quali 3.407 a over 80 e le restanti a persone immunocompromesse. Solo il 20% degli anziani che si erano sottoposti alla terza dose, precisano da Asst, si è prenotato per la quarta, tenuto conto che la platea degli over 80 residenti in provincia di Sondrio supera le 14mila unità.

Al riguardo, Asst ricorda che la campagna vaccinale prosegue, nei propri hub vaccinali e nelle farmacie convenzionate con tempi d’attesa praticamente nulli. Chi accede al portale regionale ottiene l’appuntamento in pochissimi giorni.

E vale la pena di farlo, perché, sui 65 decessi registrati, al Morelli, da inizio anno, la metà era composta da persone non vaccinate.

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