Carlo V, attesa finita
Dagli Uffizi al Besta
il ritratto di Tiziano

TeglioL’opera attribuita a Vecellio e alla sua bottega sarà esposta per un anno intero in questo palazzo «Opportunità straordinaria per l’intera provincia»

Da una parte il ritratto dell’imperatore Carlo V (1500-1558) di profilo, più giovane, raffigurato negli affreschi del Salone d’onore di palazzo Besta di Teglio e, dall’altra, il prestigioso grande ritratto Carlo V, attribuito a Tiziano e alla sua bottega, appartenente alla Galleria degli Uffizi ma che, dal 5 aprile per un anno intero, sarà esposto a palazzo Besta in virtù del collegamento fra le due opere.

Il progetto nazionale

Un prestito «eccezionale», come ieri tutti gli attori coinvolti hanno rimarcato, quello del Carlo V fiorentino nell’ambito del progetto “100 opere svelate. Dai depositi alle sale dei musei” voluto dal ministro Dario Franceschini per favorire accostamenti interessanti con le collezioni di destinazione. «L’idea è di prelevare dai depositi dei grandi musei opere di dislocare, per un periodo lungo, nei musei del territorio per permetterne una visione diffusa e per scoprire nuovi significati», ha detto E manuela Daffra, direttrice regionale Musei Lombardia, che ha lasciato ad Anna Bisceglia degli Uffizi un accurato affondo sul dipinto e sul contesto storico in cui è stato realizzato.

La scelta di ospitare a Teglio il ritratto di Carlo V - uno dei più potenti sovrani della storia, originario della Casa d’Asburgo, il cui regno si estendeva dalla Spagna al Sacro Romano Impero Germanico, dai Paesi Bassi fino al sud Italia aragonese, senza contare le colonie nelle Americhe – è dovuta al fatto che già Carlo V è raffigurato a palazzo Besta. «Carlo V è venuto diverse volte in Italia ed è stato accolto con grande attenzione dai regnanti – ha aggiunto Daffra -. Molti tenevano un suo ritratto nelle loro collezioni come segno di fedeltà e i Besta lo avevano voluto effigiato insieme ad altri personaggi.

Il ritratto esce dalla bottega di Tiziano che era il pittore dei potenti, grazie ai buoni uffici di Pietro Aretino che è pure raffigurato a palazzo Besta».

Le corti rinascimentali

I fili si intrecciano anche grazie all’Ariosto – una selezione di brani del suo poema Orlando Furioso è raffigurata nel Salone d’onore – che donò una copia del Furioso a Carlo V quando arrivò in Italia. La direttrice di palazzo Besta, Giuseppina Di Gangi ha sottolineato come la figura di Carlo V abbia avuto un ruolo strategico anche in questo territorio e come la famiglia Besta si sia posta nell’alveo delle corti rinascimentali del ’500, tenendosi aggiornata. «In questo contesto il ritratto si pone in un atteggiamento celebrativo nei confronti di un imperatore che voleva unire regni nel segno della pace – ha aggiunto -. In questo palazzo, oltre a Carlo V, troviamo molti personaggi che costituiscono un fil rouge che lega il palazzo alla storia dell’Europa del ’500, per cui questo allestimento è inserito a buon diritto all’interno di un racconto».

Il sindaco di Teglio, Elio Moretti, ha definito l’iniziativa «un’opportunità straordinaria per palazzo Besta, per Teglio e per l’intera provincia che, tramite anche quest’opera, può farsi conoscere», mentre il consigliere provinciale con delega alla Cultura, Omar Iacomella, ha annunciato il progetto di «rinascimento culturale», come lo ha chiamato, con un investimento di 4 milioni di euro da parte della Provincia per la cultura.

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