Bando ulivi sospeso, ora si punta alla qualità

Morbegno, l’ente montano ha fermano la distribuzione di piante. L’obiettivo è curare la produzione puntando sulla varietà migliore.

Un anno di pausa dal bando per la distribuzione degli ulivi per proseguire nel frattempo con il quindicennale progetto dedicato alla viticoltura, vocazione primaria del territorio terrazzato della Bassa Valtellina.

La Comunità montana di Morbegno ha deciso in favore di una temporanea sospensione del bando, proposto per due anni di fila, che ha distribuito a chi ne ha fatto richiesta piantine di ulivo da destinare al recupero di terreni abbandonati della costiera retica del mandamento. «Per il 2020 - ha spiegato la responsabile del settore agricoltura della Cm, Giulia Rapella - si è stabilito di non rinnovare questo bando, pur proseguendo con l’assistenza tecnica garantita dalla Fondazione Fojanini e i consigli varietali. I motivi sono diversi e riguardano in parte anche il lavoro che proprio la Fojanini sta svolgendo per stabilire quali siano le varietà di ulivo che meglio si adattano al territorio locale. Questo passaggio, una volta compiuto, permetterà di puntare sulla distribuzione di specifiche tipologie di questa pianta e puntare quindi con più attenzione alla qualità del raccolto».

La Fojanini ha infatti inviato al centro di ricerca per l’olivocoltura del Consiglio per la ricerca in agricoltura, 80 campioni di differenti varietà di olive coltivate in provincia per ottenere i risultati analitici sull’olio mono varietale e individuare le varietà che danno i risultati migliori in termini di qualità. «Non ultimo - ha sottolineato Rapella - ciò che ci preme è che la coltivazione dell’ulivo non sia percepita come una alternativa al vigneto, bensì come una coltura a cui ricorrere ove non ci siano le condizioni ambientali oppure la disponibilità di tempo e conoscenze da parte dei conduttori dei fondi per lavorare il vigneto. Sulla viticoltura sono stati fatti grandi sforzi in questo mandamento portando avanti da 15 anni a questa parte un articolato progetto che ha fruttato grandi risultati:avere insistito sulla scelta varietale della vite ci ha consentito di uniformare e migliorare la produzione oltre che l’ambiente terrazzato, passando da vigneti abbandonati o gestiti non sempre in maniera ottimale ad una diffusione capillare della varietà Chiavennasca. Un lavoro seguito dai tecnici esperti della Fojanini anche con lezioni rivolte ai viticoltori e un generale miglioramento della qualità della produzione di vini. Ne è prova la grande crescita qualitativa dei vini Igt e i progressi compiuti anche nella commercializzazione. È in questo senso che proseguirà la nostra azione anche negli anni a venire».

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