Addio alla scrittrice Luisa Moraschinelli
«Testimone di tante trasformazioni»

Aprica Era ospite della casa di riposo di Poschiavo. La sua vita tra Valtellina e Svizzera

Nella vita diceva di aver fatto come la gallina che becca per l’aia. Per aggiungere e raggiungere, granello dopo granello, un bagaglio culturale soddisfacente, perché ha sempre odiato l’ignoranza, cioè il non conoscere la realtà, ma anche la cultura, la letteratura, la storia, l’arte. Luisa Moraschinelli, scrittrice, pietra miliare della ricostruzione storica di Aprica, nella giornata di ieri è venuta a mancare.

Da anni era ospite della casa di riposo di Poschiavo, avendo vissuto fra Italia e Svizzera per anni. Era nata nel 1930 in una realtà contadina di povera gente dove anche i bambini si impegnavano a collaborare per guadagnare il pane della sopravvivenza.

A questo scopo, già in età scolastica, nel tempo libero, si era offerta come bambinaia (lo racconta in “Estate di Pia”) e, terminate le elementari, si era immessa nel mondo del lavoro secondo le offerte del tempo, a servizio fuori paese (“Ricordi di guerra”, “Una parentesi fuori dal mondo”, “Uita d’Abriga”).

Nel 1953 era emigrata a Berna dove era rimasta fino al 1976. A Berna, pur lavorando in un ristorante, aveva sfruttato le occasioni possibili per farsi un po’ di cultura. Aveva collaborato con la Missione Cattolica e, seguendo corsi serali, ha conseguito un diploma di maturità in tecnica turistica.

Nel frattempo era passata dal ristorante alla fabbrica e negli anni ‘60 era stata chiamata a dirigere un convitto di ragazze-operaie. La crisi economica del 1976 aveva portato la ditta al fallimento e Luisa si era trasferita a Lugano in un piccolo ufficio d’importazione.

In quegli anni ha cominciato a coltivare l’hobby della scrittura. Ha collaborato con il “Corriere della Valtellina” e con “Eco delle Valli” fino alla loro estinzione. Nel 1993, a 63 anni, ha concluso l’obbligo lavorativo ed è passata al beneficio della pensione. A quel punto, ritenendo infruttuosa la ricerca di un editore, ha pubblicato e gestito in proprio i suoi libri, muovendosi necessariamente entro un’area ristretta. Di passo in passo ha pubblicato nove volumi dal 1993-2004, tutti libri di testimonianza. È, quindi, considerata una testimone della vita locale, dell’era contadina (anni ‘40) e del suo dialetto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA