Stop all’accoglienza

Brivio scrive al prefetto

«Non c’è più posto»

I centri di aiuto del Comune sono saturi

I sei pakistani dormono sulle scale dell’ex Tribunale

«Vanno inseriti e assistiti nel circuito regionale»

A gruppi di sei o sette arrivano ciclicamente in città e si sistemano sotto il vecchio Tribunale. Provengono tutti dagli stessi Paesi, Pakistan in prevalenza, ma senza passare dai canali ufficiali dell’operazione Triaton, arrivano da vie traverse con mezzi di fortuna attraversando i Balcani.

E una volta arrivati qui tengono duro per qualche giorno, anche alcune settimane, arrangiandosi come possono grazie anche alla bontà d’animo dei lecchesi, ma sanno che prima o poi il Comune e la Prefettura interverranno e li sistemeranno nei campi profughi esistenti insieme agli altri disperati in città.

E così con il passa parola l’emergenza profughi in città non finisce mai. Stavolta però la Prefettura ha chiuso il canale di smistamento, da fine gennaio ha deciso per il giro di vite, stop all’accoglienza.

I sei pakistani che da qualche tempo stazionano in via Cornelio (ma per i meno attenti non c’è differenza tra questi e i molti altri che sono arrivati negli ultimi mesi) rischiano di restare sulle scale del palazzo del Cereghini per un bel po’ a meno che il Comune non intervenga e trovi anche per loro una soluzione d’emergenza.

Ma il sindaco Virginio Brivio non ci sta e venerdì ha scritto al prefetto per chiedergli di prendere provvedimenti urgenti tramite anche il ministero affinchè queste persone vengano smistate nei centri di accoglienza regionali dove possono seguire la procedura consueta dell’identificazione e della profilassi sanitaria.

«Non fa parte della mia natura, del mio dna, ma così non ce la possiamo più fare, mi spiace e ora dico basta - dice il primo cittadino - non è decorso per queste persone vivere sulle scale del Tribunale prima di tutto ma nemmeno per la città, ma non sempre la cosa che sembra la più semplice, ovvero quella di trovare una sistemazione provvisoria che allontani le persone dalla pubblica via, è quella più giusta. Perchè così non finiamo mai e non è giusto che la città capoluogo che si è fatta carico di tutti i profughi fino a ora si ritrovi ora ad essere tacciata di scarsa accoglienza perchè continua a ricevere profughi a ciclo continuo e non riesce più a sistemarli. Noi non abbiamo più posti per la prima accoglienza - spiega il sindaco - sia il centro di via dell’Isola che quello della Caritas sono occupati da casi già conclamati, i campi sono saturi e in particolare quello del Bione che da tempo chiediamo di smantellare perchè in un posto non idoneo e troppo grande. É arrivato il momento di spezzare questo circolo vizioso, - aggiunge il sindaco - il ministero tramite la Prefettura deve farsi carico di queste persone e accompagnarle ai centri di accoglienza regionali così che possano essere inseriti nei normali circuiti dell’accoglienza per l’identificazione e gli accertamenti sanitari senza saltare i passaggi istituzionali. Se così non avviene - aggiunge Brivio - si baipassano le regole che valgono per gli altri e il passaparola tra loro fa si che questa emergenza in città non finisca mai».

«Noi non possiamo fare di più ma vogliamo fare meglio - conclude il sindaco Brivio - occupandoci nel miglior modo possibile delle persone che già ci sono, e sono moltissime. Di tutti gli altri deve farsi carico il ministero».

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