«L’esercito non serve, i controlli sì»

L’allarme Il vicesindaco Simona Piazza interviene sulla proposta di installare i tornelli alla stazione di Lecco «Le barriere non risolveranno il problema, ma possono essere utili per ridurre i rischi sui treni e sulle banchine»

«L’esercito? Non è necessario, meglio poter contare su più poliziotti e carabinieri. Anche la nostra Polizia Locale è pronta a intensificare i controlli». È la posizione di Simona Piazza, vicesindaco di Lecco e assessore con delega alla Sicurezza, all’indomani del vertice tenutosi in prefettura per innalzare i controlli nelle zone delle stazioni di Lecco e di Calolzio.

Un incontro, convocato d’urgenza dopo l’assassinio di Malcom Mazou Darga, 23 anni, italiano originario del Burkina Faso con casa proprio a poche centinaia di metri dalla banchina dei binari calolziesi dove è stato mortalmente accoltellato, che ha visto le istituzioni lecchesi chiedere a Rfi di installare tornelli d’accesso nelle due stazioni.

«Si è deciso – spiega Simona Piazza - di continuare con un lavoro di raccordo stretto fra tutte le realtà territoriali, forze dell’ordine, Prefettura ed Enti Locali. Oltre a interventi di prevenzione e di monitoraggio del territorio, è emerso che uno degli apporti che Rfi potrebbe portare per rendere le stazioni più sicure è quello di creare accessi regolati da tornelli, cioè far accedere alla stazione solo chi è munito di titolo di viaggio. Anche questa non è la soluzione a tutte le problematiche sociali che sta affrontando il nostro Paese, ma può portare a ridurre alcuni episodi».

Gli esempi delle grandi stazioni italiane dove questo è già realtà vengono giudicati positivamente: «Nelle città metropolitane questo è già stato fatto e ha aiutato a ridurre alcuni disagi sia sulle banchine sia sui treni. È quindi positivo il fatto che questo possa essere valutato anche per la stazione di Lecco. Logisticamente non è una questione banale, né semplice, ma è al vaglio. Rfi si è presa l’impegno di fare delle valutazioni e delle verifiche».

Posizionare i tornelli nella stazione di Lecco significherebbe realizzare un importante intervento di ammodernamento, visti i flussi di viaggiatori che provengono anche dal sottopasso di via Balicco. Un passaggio che viene utilizzato anche da chi non deve prendere il treno, come itinerario più rapido per dirigersi dalla zona della Meridiana verso il centro.

Dopo gli ultimi episodi di violenza avvenuti nella zona della stazione, come la rapina a colpi di machete a bordo di un treno diretto da Lecco a Milano ai primi di luglio, da parte di Fratelli d’Italia e di parte del centrodestra è stata ripresentata la proposta di inviare i militari dell’Esercito per rafforzare i presidi, come già avviene in molte grandi città.

«Anche l’Esercito – puntualizza la vicesindaco - non è la soluzione a tutti i problemi. Arriva, fa presidio e se ne va. Non crediamo che il territorio lecchese abbia numeri e situazioni così gravi da richiederne l’intervento. Sicuramente una strategia che può portare risultati in maniera più permanente, sarebbe quella di chiedere al Ministero l’implementazione degli organici delle forze dell’ordine presenti nel Lecchese: più agenti di polizia di Stato e più carabinieri che potrebbero permettere un lavoro accurato e capillare duraturo nel tempo, con indagini e interventi più mirati».

Anche la Polizia Locale è pronta: «Il progetto Stazione Sicure è importantissimo perché permette di contribuire all’attività di raccordo fra enti pubblici,con il supporto di chi svolge il servizio di prevenzione sui treni. Inoltre sicuramente può aiutare a svolgere attività di presidio. Il Comune di Lecco è ente capofila, molti altri comuni lecchesi si sono aggiunti perché hanno visto i benefici. Siamo interessati a dialogare con Regione per implementare i servizi, se ci saranno a disposizione più risorse».

Il progetto prevede che il Pirellone paghi gli straordinari degli agenti di Polizia Locale impegnati a pattugliare la zona delle stazioni: «I nostri agenti – conclude - sono disponibili a realizzare questi ulteriori servizi così da effettuare un’attività più capillare».

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