Giacomo Trovato fa visita alla madre. Sgomberato un piano dell’ospedale Manzoni

Condannato all’ergastolo, è uscito dal carcere per la prima volta. Condannato a 2 anni e 8 mesi nell’ambito del processo Metastasi, Trovato sta scontando l’ergastolo per la morte dell’ex pugile Francesco Durante, ucciso la notte del 10 maggio 2000, nella casa circondariale di Sulmona.

È stato accompagnato, con tutte le misure di sicurezza del caso, all’ospedale Manzoni di Lecco a far visita alla madre ricoverata per accertamenti. Nella giornata di ieri, Giacomo Trovato, 52 anni, è uscito per la prima volta dal carcere. Condannato a 2 anni e 8 mesi nell’ambito del processo Metastasi, Trovato sta scontando l’ergastolo per la morte dell’ex pugile Francesco Durante, ucciso la notte del 10 maggio 2000, nella casa circondariale di Sulmona.

Trasferito dalla Polizia penitenziaria, con la scorta dei carabinieri, in città, Trovato è rimasto un paio d’ore con la madre, in una camera al secondo piano dell’ospedale cittadino, fatto sgomberare per l’occasione da tutti i visitatori, quindi è stato riaccompagnato a Sulmona. Una “toccata e fuga”, insomma, ma è comunque la prima volta che - da dieci anni - che il figlio di Mario Trovato esce dal carcere.

Prima detenuto a Tolmezzo e poi a Sulmona, Giacomo Trovato - che, fino alla morte, avvenuta nel dicembre 2020, durante la seconda ondata della pandemia da Covid - è sempre stato in cella con il padre, è stato condannato all’ergastolo in via definitiva nel novembre 2014: dopo due assoluzioni, in primo e secondo grado, e l’annullamento della sentenza d’Appello da parte della Corte di Cassazione nel giugno 2012, nel 2013 era stato condannato alla massima pena. L’anno successivo, la Corte di Cassazione aveva confermato la nuova sentenza di secondo grado.

Il cadavere dell’ex puglie Francesco Durante, 28 anni, venne rinvenuto, carbonizzato e incaprettato, all’interno dell’auto del fratello (con cui viveva a Pescarenico), una Fiat Bravo che era stata data alle fiamme, in via Calchi Taeggi a Milano, a breve distanza dal carcere minorile Beccaria. Era la notte del 10 maggio 2000. La svolta decisiva nelle indagini sul brutale omicidio avvenne a seguito dell’operazione Oversize con la quale la Polizia di Stato della Questura di Lecco stroncò un’organizzazione legata alla ’ndrangheta calabrese, nel marzo del 2003. Una quarantina gli arrestati. Un capo d’imputazione su tutti: associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga e armi. Giacomo Trovato venne condannato in via definitiva a 9 anni e 7 mesi .

Furono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Danny Esposito all’allora sostituto procuratore della Repubblica di Lecco Luca Masini a far riaprire le indagini sull’omicidio. Esposito raccontò al pm che Durante, venne invitato da un gruppo di amici in una casa della Brianza lecchese. Era seduto sul divano del salotto quando venne freddato con un colpo di pistola alla nuca. La sua colpa? Non aver tenuto la bocca chiusa e aver messo in giro la voce delle responsabilità della famiglia Coco Trovato nell’assassinio di Dino Petrucci, ex compagno di palestra di Durante ucciso l’anno prima con un colpo di pistola.

Dopo l’omicidio, i killer si attivarono per organizzare una messa in scena: il cadavere venne incaprettato e infilato in un sacco dell’immondizia, caricato nel baule della Fiat Bravo.

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